di questa terra son stati a veder l’aparato de la nostra caxa de fuora, tutta coperta de drapi d’oro, et su la nostra piaza una fontana che buttava vin, sempre sonava istrumenti la notte, et era una bellissima luminaria » (60). Le relazioni con Venezia si erano andate intanto intorbidendo e sorgevano frequenti incidenti : « mi governerò come voia il Signor del Paradiso — scrive lo Zen — ; voio al tuto sforzarmi di mantenir la pace ». Insistendo egli per essere autorizzato a tornare a Venezia, la repubblica accondiscese tenendo conto della sua tarda età e dei servizi che aveva già reso alla patria (61). Questo fu l’ultimo soggiorno dello Zen a Costantinopoli. Rinviato al sultano nel 1539 per tentare di porre termine alla guerra esistente tra esso e la repubblica, egli morì, come abbiamo accennato, lungo il viaggio a Sera j evo. Nel 1537, all’ inizio della guerra, si trovavano a Costantinopoli due baili, Nicolò Giustinian che stava per tornare a Venezia alla fine della sua missione, ed Jacopo Canal che era stato inviato a succedergli. Come avveniva normalmente in tali frangenti, ambedue furono trattenuti prigionieri (62) ed internati nella Torre del Mar Maggiore, località che è frequentemente menzionata anche nelle epoche successive e che corrisponde al castello ora denominato Rumelì Hissar il quale, con le sue pittoresche mura e torri, domina il Bosforo tra Costantinopoli ed il Mar Nero. Probabilmente nello stesso castello era stato imprigionato nel 1463 il bailo Paolo Barbarigo ; ivi sembra fosse stato pure internato, come accenneremo più innanzi, Andrea Gritti con altri quindici mercanti, all’inizio della guerra del 1499 Il Canal, posto in libertà nel 1539, assistette in rappresentanza del doge alle grandi feste date a Costantinopoli nel novembre di quell’anno per la circoncisione di due figli di Solimano e per le nozze della figlia del sultano col gran visir Rustem pascià t64). Tra i collaboratori dei baili e degli ambasciatori, rileviamo in questo periodo i segretari Alvise Manenti, Zaccaria de’ Freschi e Daniele de’ Ludovici, i quali furono anche incaricati di missioni speciali alla Porta, e quel-l’Andrea de’ Franceschi, segretario di A. Giustinian nel 1513, che salì più 23 — Van Mour: Il castello di Rumelì Hissar nel sec. XVIII. (Particolare). 58