poi a Costantinopoli, l’ambasciatore fu coinvolto in un nuovo incidente a causa d’un vascello francese partito dall’Egitto con merci destinate al serraglio, che era fuggito col suo carico invece di trasportarlo a Costantinopoli, ciò che provocò un nuovo arresto dell’ambasciatore e la sua detenzione per qualche tempo nel castello delle Sette Torri. Anche altri rappresentanti stranieri subirono in questo secolo maltrattamenti e violenze, come gli ambasciatori francesi barone di Sancy, a favore del quale si era adoperato Almorò Nani, conte di Césy, conte di Marcheville e di nuovo più tardi il figlio del De la Haye, che aveva fatto ritorno in Turchia anch’egli come ambasciatore, l’ambasciatore inglese Bendyth nel 1651, un inviato russo nel 1668 ed altri (81). Il Ballarino, che abbiamo più volte menzionato, apparteneva a ragguardevole famiglia muranese di vetrai e magistrati ed era stato inviato a Costantinopoli nel 1648 presso il bailo Soranzo, col quale condivise la prigionia alle Torri del Mar Nero nell’incidente occorso l’anno successivo. Rimpatriato assieme al bailo, egli fu incaricato di tornare nuovamente in Turchia nel 1652 per accompagnare l’ambasciatore Cappello, col quale fu poi detenuto ad Adrianopoli. A partire dal 1654 egli ebbe, come dicemmo, la responsabilità di tutti i negozi con la Porta. Liberato nel luglio 1655, potè tornare a Costantinopoli ma, in seguito ad alcuni successi della flotta veneziana, attribuiti dai turchi alle sue informazioni, fu nel 1656 di nuovo condotto in prigione ad IOO - Il Ballarino condotto nel carcere di Adrianopoli nel 1656. 201