Mario Longhena visitati e conosca — non li considera se non come parti di un tutto, come parti dell’ossatura terrestre, come manifestazioni di uno stesso fenomeno, e quindi un particolare che osserva in una catena getta bene spesso luce su una catena distante, e la direzione di una serie di monti non va osservata a sè, ma nei rapporti con altre serie di monti, sì che queste e quelle naturalmente si illuminano di luce sicura e forte. Del pari la costituzione dei monti serve per avvicinare individui geografici lontani e per attribuire ad essi la medesima origine, che la natura non si comporta diversamente col mutar dei paesi, ma si serve da per tutto delle medesime misure. Il Marsili à come una meta ultima da raggiungere in tutte le sue perlustrazioni di terre, in tutti i suoi viaggi, in tutte le sue osservazioni, in tutte le sue constatazioni di fatti: cercare com’è la organica struttura della terra, cercare com’è la terra nell’interno e quali leggi regolano le manifestazioni sue esterne: problema questo d’una grandiosità enorme, il più grande dei problemi che l’uomo possa proporsi, perchè risolto, è risolto ogni altro che riguardi la nostra stanza. Quindi tutto ciò che si mostra al di fuori ma dichiara la sua origine interna, perciò i monti e le loro forme, e le particolarità caratteristiche di essi formano un attrattiva grande per il Marsili, sì che tutti i suoi quaderni sono ricchi di appunti su questo soggetto, qualunque sia la parte di mondo che egli solchi, o sia sui monti o nei larghi piani, in riva al mare o per entro le terre. Indubbiamente parentela c’è tra i nostri monti — le Alpi e gli Appennini — e le altre catene d’Europa; e l’osservare che in queste come in quelle si verificano fenomeni assai vicini, viene spontanea l’ipotesi che un - 212 -