MARIO LONGHENA dizio: « è un giovane, oltre la bontà dei costumi a8sai capace, assai studioso, ora intento alle matematiche, ma ornato ancora d’intelligenza in altre materie filosofiche, e maggiormente nelle belle lettere; in una parola è un giovane di non ordinari talenti e da sperarsene un notabile avanzamento negli studi che professa »; e la profezia del buon canonico non tardò ad essere confermata dai fatti, che il Manfredi si affermò ben presto come astronomo e matematico di non comune valore. Ed anche sul secondo il giudizio contenuto nella stessa lettera è di quelli che fanno onore a chi li fa per la perspicace mente che dimostrano ed a quelli a cui sono indirizzati : « giovane studioso e di buon talento, dedito alle matematiche », lo chiama il Trion-fétti. E se illustri furono gli uomini che fecero parte della prima Accademia, non meno degni di ricordo ci appaiono gli altri che appartennero all’Accademia Clementina; pittori, architetti e letterati vi entravano ed anche uomini amanti e protettori delle Arti: Carlo Cignani, il discepolo dell’Albani, che trasfuse nelle sue opere lo spirito e l’eleganza del maestro, allora già più che settantenne, ne fu il primo presidente, ed attorno a lui, fra i 40 che componevano la primitiva accademia, stavano Giuseppe Maria Crespi, allievo del Canuti e del Cignani, « pittore manierato e bituminoso, ma non privo di energia », Donato Creti, pittore nato a Cremona ma vissuto a Bologna, dove dipinse quadri ed affrescò sale, Marc’Antonio Franceschini, pur esso pittore, la cui opera s’incontra in numerose chiese Colognesi, e quel Giampietro Zanotti che or dipingendo ed or scrivendo libri passò la sua vita, padre dell’astronomo Eustachio Zanotti e fratello di quel Francesco Maria, che fu intel- - 98 -