CONTE L. F. MARSILI esame, e prima la sponda veronese, che per buona parte à la muraglia del monte Baldo, che « alla sua sommità tiene fonti ed erbe tanto rinomate e struttura di strati di pietre », poi quella, quasi bassa, del sud e da ultimo la sponda bresciana sono descritte con precisione e se oggi troviamo differenze fra la realtà e la descrizione è perchè l’uomo posteriormente ha introdotto tali differenze. La vicinanza maggiore o minore dei monti alle rive del lago, il sollevarsi delle alture a monti notevoli o l’abbassarsi a colline dolci, è notata con tale esattezza che se avesse avuto davanti una nostra carta non meglio sarebbe riuscito a descriverle. Le possibilità di approdo e le difficoltà sono indicate per tutte le sponde, e se presso le sponde corrono strade o c’è lo spazio per una strada è detto sempre, come pure è data la ragione del prosperare su una sponda degli ulivi e degli agrumi: l’esser questa difesa, dalla linea dei monti, dai soffi dei venti freddi. La pochezza della terra coltivabile à creato negli abitanti l’abilità a sfruttar tutto, a trarre dalle industrie ciò che la terra non può dare che scarsamente, e questo è notato non una ma più volte, quando l’occasione si presenta. Anche le isole e gli scogli non sono dimenticati, poiché il Marsili mostra con opportune sezioni, poste in fondo alla monografia, il fondo, a varie latitudini del lago. Termina questo capitolo ricordando i centri principali e la posizione loro, amministrativa, rispetto allo stato possessore, e dando un cenno, che è assai largo, « del genio » delle genti che torno tomo abitano. Nel secondo capitolo entra in un esame della parte meno visibile del lago, quella coperta dalle acque, ed - 269