MARIO LONGHENA nerale, così ad arte eccitando l’amor proprio di questi vari comandanti di settori, si spinsero costoro a chiedere che ciascuno potesse unirsi al Marsili man mano si venivano stabilendo i confini dei vari generali. Questo principio che poteva sembrare opportuno fu presentato al consiglio di guerra retto da quel conte Staremberg che era fra i più inflessibili nemici del Marsili per questioni di vecchia data, ed il consiglio subito l’accolse e ne ordinò l’immediata attuazione. Fu primo il generale Hem, comandante di Essegg, sulla Drava — di qui s’incominciava la fissazione dei confini — che scrisse al Marsili — e nello stesso tempo scriveva anche al plenipotenziario turco annunziandogli la decisione del consiglio di guerra e questi afferrava a volo l’occasione per tirar in lungo le cose e per approfittare della discordia immancabile dei due commissari austriaci a vantaggio della Turchia — chiedendo di essere associato a lui nella discussione per i confini: si aggiunga che lo Hem non era punto benevolo al Marsili, e si comprende facilmente quale sarebbe stato l’effetto di questo accoppiamento. Ma il Marsili non si lasciò intimidire da tutto questo apparato di ostilità : invocò a sua difesa l’incarico direttamente affidatogli dall’imperatore e tirò innanzi rigido nel suo sicuro diritto. Tutta l’opera sua in questa non breve fatica — durata per quasi due anni —- il Marsili à lasciata raccolta nei molti suoi manoscritti; e c’è con tutto questo abbondante materiale da far un volume di molte pagine: tutto fu da lui conservato, quasi in ordine cronologico; lettere, relazioni, appunti, carte geografiche, schizzi, profili: opera grandiosa che non si può immaginare accumulata in tanto breve tempo, se non si pensa un -54-