CONTE L. F. MARSILI
doloroso di nostalgia, ma egli sapeva vincerlo, più intensamente dandosi allo studio: ne traeva un vantaggio la scienza e maggior serenità acquistava l’animo suo.
  La tiuova vita se lo allontanava da tutto il mondo che era stato suo ed in cui forse non si era trovato a troppo agio, lo avvicina ad un altro mondo che già un po’ conosceva, certo migliore, meno ricco di non nobili passioni, più sereno, il mondo degli studiosi. Già vi aveva fatto il suo ingresso poco più che ventenne, quando aveva fatto conoscere il suo studio sul Bosforo Tracio, poi se ne era distaccato, assorbito dalle occupazioni di guerra, tornandovi tratto tratto e più attraverso lettere e conversazioni epistolari che con la persona e con la viva parola, ed ora vi si immischia del tutto e non vive più che con lui.
  Chi scorre il lungo catalogo delle lettere ricevute dal Marsili -— di quelle da lui scritte è difficile poter costituire un elenco, perchè di tutte non è stata conservata la mala copia — vede che accanto ai nomi più famosi nell’arte militare e nella politica figurano i nomi insigni di molti cultori di scienze italiani e stranieri.
  Ma vi hanno predominio i nostrani e specialmente i bolognesi, e ciò è naturale, e facilmente si comprende se si pensa alle condizioni della città in quel principio di secolo. Bologna che per tanto tempo aveva irradiato luce dal suo Studio, allora attorno splendeva non per gli uomini che vi insegnavano, ma per i cultori di scienze fiorenti al di fuori delle aule universitarie: anzi da questi venne ad essa lustro ed incremento.
  Non è la sola volta che fra la scienza ufficiale e quella che libera sorge e prospera rapida c’è tanta differenza; mentre la prima langue, questa sempre più cresce e si rafforza, perchè non ha nè i freni nè le strette pa-
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