CONTE L. F. MARSILI pero aveva tutto l’interesse a mettere il Marsili a capo della Commissione, non ugual soddisfazione la scelta dava ai nemici del Marsili, i quali non disarmarono neppure quando, fatta la scelta, questi si pose in cammino per incominciare il suo lavoro, cliè pare debba attribuirsi ad essi l’attentato compiuto contro la sua carrozza, a poca distanza da Buda-Pest, attentato clic costò la vita ad un servo del Marsili ed a lui una ferita non leggiera ad una gamba. Pochi giorni dopo l’attentato, altra sciagura colpiva il Marsili, la morte del conte Francesco de Kinski, primo ministro dell’impero d’Austria, che era stato valido protettore suo e lo aveva assistito nei momenti in cui più accanito assalto gli avevano mosso i suoi nemici. Pur tuttavia intatta rimase la Commissione a lui affidata, nò alcuno osò insistere perchè fosse revocato un mandato che lo stesso Imperatore aveva mostrato di desiderare. Gli avversari del Marsili però non cessarono di sollevargli altre difficoltà, ed anche qui la loro astuzia si spuntò contro la fermezza sua: ormai abituato alte loro arti, sempre subdole e di lontana provenienza ed apparentemente ragionate, aveva trovato un’arma formidabile contro di essi, l’assenso intero dell’imperatore. Il Marsili si può dire che abbia trionfato su tutti i fronti contro gli avversari, ma le vittorie riportate allora resero ancor più aspra l’invidia de’ suoi nemici, e questa accumulata e cresciutasi col tempo si sferrò tremenda più oltre, quando dell’opera sua non si aveva più bisogno ed invece all'imperatore premeva conservarsi amici coloro che erano ostili al Marsili. Poiché il Marsili doveva stabilire i confini in più di una parte, e alle varie parti dell’impero limitate dai confini da fissarsi presiedeva come comandante un gec - 53 -