MARIO LONGHENA risolutamente conclude, ma mostra di credere e di voler tirare a conclusione. Il passato con le sue opinoni bell’e fatte ed enucleate da premesse accolte ad occhi chiusi contrasta con le osservazioni che va istituendo e che espone con tutta franchezza ed onestà: due età, due anime e due scienze: l’una già fatta e già preparata e che non à bisogno che di essere ammessa e creduta, e l’altra che va lentamente e laboriosamente formandosi e che il Marsili aiuta a nascere. E di questo contrasto sanno tutte le pagine scritte dal Marsili. Però, attraverso a difficoltà, qua e la sgroppa buoni e sicuri veri. Ne’ suoi viaggi — egli dice — attraverso paesi montuosi à potuto persuadersi che le linee dei metalli, cioè i giacimenti dei metalli non hanno mai breve sviluppo, ma continuano assai, « mantengono per lungo tratto di provincie il loro corso », e la stessa osservazione à fatto circa gli zolfi, assai diffusi in tutta Italia ; ma assai diverso è il modo di comportamento degli zolfi adriatici e tirrenici: essi si sviluppano in modo diverso. Non aggiunge null’altro dopo questa constatazione, ma è chiaro il suo pensiero: la natura à seguito due vie diverse a produrre lo zolfo a N-NE e ad 0-S0, e se la natura ha seguito un metodo diverso, vuol dire che diverse sono le condizioni dei due versanti, diverse le forze che operano in essi. D’altra parte non è senza importanza l’avvicinamento dell’Etna, dove lo zolfo non manca, e la piccola miniera zolfifera di Scandiano, poiché entrambi i luoghi spettano a quella catena appenninica che unica origine dobbiamo supporre abbia determinato nelle sue varietà e ghiribizzosità. In questa gita appenninica — e non era piccola cosa - 218