CONTE L. F. MARSILI ed applicando quei principi che aveva scoperti studiando il mare, nota che ciò che si vede all’esterno non è diverso da ciò che nella stessa direzione è sommerso: « di sotto, ad una certa profondità, — dice il Marsili — non è da dubitare che vi sia quella consistente ossatura che forma la riva montuosa ». E se questa ossatura qua e là, ma specialmente dove le rive scendono miti o sono piane, non si scorge, ma è ricoperta da una « cute terrea », ciò si deve al materiale trasportato dalle acque ed accumulato. E tale « cute » è varia per spessore, c talvolta è alta assai per accidentali scorrimenti di materiali dai monti vicini. Poscia si apre un paragrafo di stratigrafia, fatto con molta grazia e con grande accuratezza, che uno studioso d’oggi certo troverà errato ma non può non ammirare per preveggenza di metodo moderno e per acuta analisi. I vari strati non sono sempre intatti, ma sono stati spesso alterati dalle cause dette dianzi; però dove essi non sono guasti « per accidente veruno » sono in tutto e per tutto corrispondenti. E quest’affermazione lo conduce a farne altre che qui riportiamo, come quelle che valgono ad indicare i canoni geologici che trae dalle sue osservazioni: « il superficiale aspetto degli strati non deve ingombrare la mente di chi l’osserva per dubitare che la disposizione degli strati nella gran fabbrica del mondo non abbia avuto il suo sistema regolato, e che piuttosto siano un effetto del caso... ». « Le irregolarità che incontriamo di continuo nelle diverse parti di questo globo non furon così fatte a principio, ma prodotte da tante cause morbose... ». « ...si vedono alterate le corrispondenze esatte degli - 271 -