CONTE L. F. MARSILI ed animali — che vi crescono, e da ultimo gli abitanti che vivono sulla costa e le loro attività e le divisioni amministrative ed ecclesiastiche; in una parola sobriamente e con sicura arte di scienziato non occasionale, ma di professione, traccia una sintesi di quell’Adriatico che tocca le provincie dello stato della Chiesa, in tutto conforme alle norme da lui stesso altrove poste. E quando si pensi che, pur nella pochezza del tempo che ha, fa misure della profondità, e là dove non può giungere attinge dalle notizie dei competenti dati, sì che offre la sezione dell’Adriatico da Ancona a Premuda, si prova una non piccola sorpresa. E quando ancora qui ripete il suo concetto che la oceanografia — egli non ancora adopera la parola, ma à fondato la cosa — diventerà fertile di effetti benefici solo se gli sforzi degli uomini, anche di diversa nazione, collocati sullo stesso piano e messi nelle identiche condizioni, mireranno concordi al raggiungimento del vero, quando enuncia questa sua idea che i nostri tempi hanno fervorosamente accolto, vien spontaneo il giudizio nostro su di lui, come fondatore se non di nuove scienze, almeno di nuovi metodi, o applicatore inarrivabile di metodi atti a strappar tutto il vero che i tempi permettevano. Il suo sguardo si posa su tutto, ma sa cogliere l’oggetto più importante e trascurare gli indifferenti, sa scegliere con prudenza, poi à l’arte del saper radunare insieme, del sommare e del graduare ciascun dato, ciascuna osservazione in modo che il posto dovuto tocca a queste ed a quelli. La sua prosa un po’ dura ci dà talora un po’ di difficoltà a capire, sempre ci costringe ad uno sforzo; però ove portiamo l’arma del ragionamento, tutto appare ~ 153 -