MARIO LONGHENA somma di 400 lire sopra le rendite e i proventi delle Fosse di Bologna. * Inoltre in questo stesso rogito, all’art. 7 è anche un altro benefizio, il quale à bisogno di alcuni brevi cenni. Il M. fra le tante cose escogitate a vantaggio del suo Istituto aveva pensato anche di devolvere a suo profitto i guadagni di una stamperia che egli aveva eretto e che s’intitolava « Stamperia bolognese », ma per ottenere che i proventi di tale officina fossero più ampi, aveva sollecitato dal Ponteficè Clemente XI la grazia che il privilegio di potere « imprimere ed estradare gli ebdomadali avvisi ed ogni altra relazione soliti distribuirsi » in Bologna fosse riservato per la Stamperia da lui creata. Ma siccome « pubblici Impressori in Bologna » erano i fratelli Sassi i quali fino allora avevano sempre stampati gli avvisi settimanali, così in un pubblico strumento del 5 maggio 1719 il Marsili in deroga alla concessione avuta dal Pontefice concede vita naturai durante a tali stampatori di continuare nel loro lavoro a patto che versino alla nuova Stamperia « lire duecento di quattrini ». Successivamente il Marsili, in uno strumento del 1721 ed in un altro del 1725 fa donazione di tutti i caratteri, delle macchine per imprimere e di tutto quello che possiede la Stamperia ai Padri di San Domenico, perchè eserciscano tale attività o meglio, assunto personale operaio lo vigilino e lo guidino. Fra le non molte condizioni poste vi è questa che riguarda l’istituto e l’Accademia, cioè che la stamperia, che da questo * vedi articolo IV dell’Instromento di questa seconda donazione. - 124 -