MARIO LONGHENA E (jui cade opportuno un accenno non lungo a due strumenti che spesso gli sono compagni nelle gite scientifiche che imprende, il termometro ed il barometro. Dell’uno usa con consuetudine, dell’altro con un po’ meno di famigliarità. Nella gita al Cimone ed anche in altri viaggi il M. si vale del termometro per misurare e la temperatura delle acque che vuol studiare, acque di corsi d’acqua e di laghi, di fonti e di salse, e quelle dell’aria quandi si trova sui monti. Le osservazioni che fa gli giovano per i fini che si propone: poiché il conoscere la temperatura dell’acqua di una salsa porta per conseguenza che egli fughi certe dottrine, ed il conoscere la temperatura delle cime dei monti fa sì che egli accosti un monte ad un altro e cerchi di spiegare perchè l’uno sia più ricco di freddo, e 1’ altro a temperatura mite, od entrambi abbiano l’uno o l’altra. Quanto al barometro non lo maneggia sempre lui, anzi più spesso sono adibiti all’uso di questo studiosi che lo conoscono meglio. Le altezze dei monti sono determinate con il barometro, ed ogni volta che un particolare è scorto su un terreno, immediatamente si misura la sua altitudine per vedere se questo e gli altri fenomeni similari già barometricamente misurati, si trovino alla stessa altezza. Siamo per ciò anche in queste minori escursioni sem-pre davanti ad uno che vuol vedere non per saziare solamente l’occhio, ma per spiegare, per interpretare il fatto. E come nei grandi così anche nei piccoli suoi viaggi tiene sempre lo stesso metro: uguale attenzione nel limitare tutt’intorno il fenomeno, esame ponderato di esso, tentativo di rintracciarne le cause o di enumerarne le conseguenze. Se il tempo glielo avesse concesso, - 322 -