CONTE L. F. MARSILI grave ed infamante addebito? Prima di tutto c’è il suo assenso alla resa, c’è il fatto che non s’è opposto fino all’ultimo all’idea della capitolazione, nè la clausola, da lui posta, perchè implicita anche nella proposta del conte d’Arco — e l’onore delle armi concesso al presidio gliene dà ragione — lo salva. Nella scala delle responsabilità il Marsili sta di molto al di sotto del suo comandante, e la pena, di conseguenza è molto inferiore: l’uno perde la vita, l’altro la spada, cioè l’onore, e gli averi. E qui forse vediamo — nè ci si accusi di sospettosa interpretazione dei fatti, compatibile nel Marsili, sì duramente colpito, ma non in noi, tanto lontani e tanto al di fuori degli avvenimenti — far capolino il risentimento del Principe di Baden per l’opera del Marsili durante l’assedio di Landau, ed il desiderio, certo non nobile, di allontanare dall’esercito un uomo che gli faceva ombra, che occupava un posto notevole nell’ animo dell’ imperatore Leopoldo e dell’ arciduca Giuseppe. Abbiamo detto forse, e non è da escludere che la sfortuna del Marsili sia dovuta anche alla nascosta inimicizia del Principe di Baden ed alle scarse simpatie — e perchè non ammetterlo? — che il Conte Bolognese, tagliato un po’ alla meglio, non fatto per vivere presso gli uomini di corte, troppo fidente nelle sue forze, che non erano scarse per essere tollerato, troppo consapevole della nobiltà de’ suoi atti per potere vivere d’accordo con chi ogni atto posponeva all’interesse personale, godeva negli ambienti in cui aveva vissuto, non immemori del suo alto valore e quindi pronti e disposti a sbarazzarzi di lui e lieti se qualche occasione si porgeva alla sua liquidazione come uomo d’arme. ~ 79 ~