MARIO LONGHENA sciosa che i suoi nemici gli sollevano e che trova il terreno adatto nelle numerose difficoltà che il suo carattere — non poco altero e vivace — gli avevano create intorno, ci accontentiamo di dire che si giunge fino a togliergli il comando del reggimento suo e di affidarlo al suo tenente colonnello, l’autore di tutte le accuse accumulate intorno al M. Ma se la questione del Marsili non immediatamente si risolve, cliè i suoi nemici premono per aver la sua caduta, si risolva la lotta fra Impero e Turchi e si risolve senza la partecipazione di quei generali che fino a qui avevano guidato l’esercito imperiale ed anche senza il contributo valido del Marsili: a Zenta comanda le forze austriache il principe Eugenio, ed a Zenta fra il Tibisco ed il Danubio, 30 mila Turchi col gran visir e 17 pascià trovano la morte. Il 1697 è un anno vuoto militarmente per il Marsili: attende solo, con la vivacità della sua indole, a difendere il suo onore dagli attacchi degli avversari: egli che aveva respinte offerte di danaro ed aveva voluto servire con cuore puro e disinteressato era accusato di avere non onestamente amministrato la cassa del suo reggimento: a tanto era giunta la perfidia degli invidiosi: ma, come altre volte nel passato e più tardi, egli saprà vigorosamente difender se stesso e confondere gli avversari. - 44 -