CONTE L. F. MARSILI che gli solleva dapprima malumori e poi aperte e vive ostilità. La corte austriaca ci appare come desiderosa unicamente di una cosa, trarre dagli uomini che la servono tutto ciò di cui sono capaci e poi alla prima occasione liberarsene senza aver sentimento riconoscente di sorta. Forse questo è il difetto di tutte le corti, ma nella corte austriaca il difetto era accresciuto dalla debolezza dell’uomo che rappresentava l’impero. Mite e buono Leopoldo non aveva le capacità per reggere uno stato tanto vasto e per di più, in quegli anni difficili con cui termina il secolo XVII, in cui alle guerre d’occidente s’aggiungono le lotte contro il Turco non rinunciante max a ciò che à perduto: davanti alle difficiltà egli non sapeva trovar soluzioni e lasciava che altri a ciò pensasse, e spesso le soluzioni prescelte furono le peggiori, perchè non ottimo era chi in quel momento comandava, Quando le armi turche s’accostarono a Vienna, Leopoldo lasciò la città con la corte e si ritirò in più sicuro luogo; e questo atto certo non giovò ad accrescere il prestigio suo e ad aumentargli le simpatie dei sudditi, ma gli uomini che nella corte e nell’esercito dominavano trassero da ciò maggior forza per fare ciò che loro più talentava, per far salire amici ai più alti gradi e per abbattere nemici od avversari. Il M., se fra gli uomini più in vista, o nella politica o nelle armi, aveva qualcuno che gli voleva bene e ne apprezzava i meriti e le abilità, molti nemici aperti, o che sapevano celarsi, contava e presso l’imperatore e nell’esercito, ed erano coloro che egli non aveva risparmiati tutte le volte che avevano commesso errori, coloro a cui aveva strappato un po’ di gloria vincendoli con ~ 47 ~