CONTE L. F. MARSILI zione ed Introduzione 5 e della qualità e natura delle paludi e della coltura.6 Inizia il M. la sua trattazione con il definire che cosa intendano i Bolognesi per valle; e poiché valle, anche presso costoro, è sinonimo di palude, si domanda come mai un nome che significa un ben preciso individuo geografico sia stato adoperato per esprimere cosa ben diversa: questo — egli dice — si verifica solo nella Emilia; altrove valle non è mai usato per palude. La ragione di questa denominazione, cioè l’origine della parola valle per indicare le paludi della bassa, il M. dice che si deve cercare « in quella circonvallazione artificiale che si fa con parete di canne unite insieme, che formano un tessitura chiamata arelle, che per più miglia o interrottamente, a comodo delle pesche in forma apputo di circonvallazione sono sott’acqua piantate dentro della terra ». Quindi le valli, secondo il nostro, sono così chiamate perchè torno torno corre un valium, una specie di trincea; più che da vallis il nome perciò deriva da valium. Data questa etimologia e dichiarato che ad evitare confusione egli chiamerà paludi queste superficie acquee, non estese, della bassa pianura emiliana, passa a fare una divisione del feno-noineno palude in quattro varietà: acquastrino, acqua, palude e fondo di palude. La quantità d’acqua e la temporaneità o perpetuità d’acqua sono le ragioni della suddivisione in queste varietà. La prima s’incontra là dove l’acqua è poca — non raggiunge che pochi centimetri — ed è non continua, sì che le erbe hanno modo di spuntare e supe- * Sono 24 carte. 5 Sono dieci carte. 16. - Conte L, F. Marsili. ~ 225 -