CONTE L. F. MARSILI già due stranieri hanno proclamato la sua eccellenza nell’ oceanografia e nella descrizione dell’ Ungheria e nella narrazione delle sue vicende, mentre pochi Italiani hanno scritto e con amore e con serietà di lui, meritando — e perchè non dirlo, o amico Bruzzo? — solo intorno a sè la durezza del silenzio, quasi che la sua rievocazione riguardasse uno dei tanjti per cui è bene che i posteri tacciano. La terza parte porta per titolo « i movimenti del mare » ed è breve, non tanto perchè sia argomento su cui ami correr via presto, quanto perchè sui moti delle acque marine à tale esperienza — fatta sopra tutto a Costantinopoli — che può con sicurezza concludere. La divisione è la stessa che facciamo noi: onde, correnti e maree sono i moti da lui considerati e studiati nelle loro manifestazioni e nelle cause che li determinano. Le correnti sono divise dal Marsili in continue ed interrotte, in superficiali e profonde. Però quando egli scende a dar esempi di correnti superficiali e continue, cita quelle masse d’acqua che i fiumi portano al mare, che sono parimenti correnti, ma non fanno parte di quei moti a cui si è soliti dara tale nome. Ma dopo, continuando ad accennare a correnti, ricorda quelle che attraversano il Mediterraneo — e sono due — da occidente od oriente e da est ad ovest, la prima lungo le coste d’Africa, l’altra lungo le coste europee, — ricorda le correnti del Bosforo Tracio e quelle che nota nel golfo di Cassis e che contrariamente a ciò che si osserva per le due grandi correnti mediterranee vanno ora verso oriente ora verso occidente. - 255 -