CONTE L. F. MARSILI scritti in elegante prosa italiana o latina, di versi non tutti caduti nella dimenticanza, e gli occhi si dilettino di visioni di colori e di linee. Vi appartenne Antonio Maria Valsalva, che tenne con onore la cattedra di anatomia, e quegli che giovanissimo lo sostituì nella stessa cattedra, uno dei maggiori luminari della scienza medica in Italia, non bolognese, ma studente a Bologna e professore nello studio, G. B. Morgagni; vi appartenne il dottor Domenico Gu-glielmini, matematico insigne ed autore di un volume « sulla natura dei fiumi » che, dedicato a papa Clemente XII — papa Corsini, propugnatore di ponti e di canali — lo pone in alto fra gli idraulici del tempo; vi fece parte — e non fu parte piccola — quel canonico Lelio Trionfetti, a cui tante lettere il Marsili inviò, che scelse a confidente ne’ suoi sogni di ordinamenti scientifici, ed a competente giudice nelle sue ipotesi e ne’ suoi ragionamenti su questo o quell’argomento di scienza, quel caro signor Canonico, a cui il Marsili affida i suoi sfoghi e le sue staffilate, bravo a discutere di ogni questione naturalistica e modesto ad un tempo. Anche Antonio Maria Vallisneri, che modenese non volle mai abbandonare Padova, nelle sue frequenti gite per ragioni di studio, sostando in Bologna, dove contava amici non pochi, frequentò l’Accademia; e del pari la frequentava Geminiano Rondelli, il padre Guido Grandi ed il cardinale Davia — allora però non ancora insignito del cappello cardinalizio —. Ma coloro che erano l’anima di quest’Accademia e vi portarono tutto il contributo del loro entusiasmo giovanile furono Eustachio Manfredi e Vittorio Stancari. Del primo in una lettera scritta al Marsili nel 1701 il canonico Tronfetti dava questo assai lusinghiero giù- - Conte L. F. Marsili. ~ 97 ~