CONTE L. F. MARSILI tanto che l’anno di poi, essendo stato ridato al Caprara il comando supremo, questi dichiarò che lo avrebbe accettato solo a patto che il Marsili avesse a lui dato qualche soddisfazione. Ma la questione per l’intervento di persone amiche viene risolta: il Caprara è d’animo nobile e per di più conterraneo del M. : perciò fra i due ben presto ritornano i rapporti se non cordiali come una volta, almeno non tesi nè ostili. Non molto migliori neppure nel 1696 sono le condizioni degli eserciti autriaci di fronte ai Turchi. Fino dalla metà del 1695, per la morte di Hahmed II, era stato sollevato all’impero Mustafà II figlio di Maometto IV, uomo energico e disposto a combattere di proposito contro l’Austria. In questa campagna non si tratta più di scegliere fra l’assedio di Belgrado e quello di Temesvar, ma fra l’assedio di questa città e la lotta in campo aperto : i dubbi però sono del pari forti tanto che non si giunge a nessun risultato concreto. Ma nei frequenti movimenti degli eserciti da Petervaradino sul Danubio a Temisvar, si vede quanto saggia era la strada che il M. aveva aperta l’anno precedente attraverso il Tibisco e le paludi fra questo e il Maros, Nè Temisvar è presa, nè la battaglia che si combatte a Becskerek è risolutiva, e per di più le navi turche, forzato l’ingresso del Tibisco, affondano non poche navi imperiali che ne erano a difesa. Anche ora al M. vengono commesse imprese difficili e tutte — come la protezione delle vettovaglie e delle munizioni ritirate dalle vicinanze di Temisvar — sono da lui compiute con zelo ed abilità. Senza qui entrare a parlare di una questione incre- - 43 -