CONTE L. F. MARSILI nimo dei Turchi il desiderio di protrarre ogni conclusione. Nuovi viaggi del M. : a Gran Varadino, che sta per essere assediata, incontra il principe di Baden, da cui riceve istruzioni, ma a Lippa 20 è ferito per errore gravemente alla testa, e deve a lungo riposare, nella Transilvania, a Hermannstadt, per curare le ferite. Varie circostanze, fra cui la morte dell’ambasciatore inglese, e la caduta, alla corte di Costantinopoli, del partito favorevole alla pace, troncano ogni speranza: il M. ritorna ad Adrianopoli e poi passa a Costantinopoli, dove prende in affìtto una piccola casa, che gli permette di spiare tranquillamente tutte le occasioni favorevoli per riparlare di accordi, dove attende ad osserva zioni di fenomeni naturali e dove anche cura le sue ferite. La permanenza nella capitale turca se non fa camminar d’un passo la possibilità della pace, se l’occasione che il M. attende con animo sempre intento, non si presenta, però egli à modo di mostrare la sua abilità diplomatica, di palesar l’arte di saper nascondere il suo pensiero, l’arte di attendere il momento adatto, di dissimulare le sue apprensioni ed i suoi timori e di fingere serenità e calma; e quest’arte può sfoggiare, perchè frattanto l’attesa è colmata dalle più nobili cure, qual’è quella della coltivazione dei fiori, dell’osservazione delle correnti del Bosforo tracio, dei pesci che in esso vivono, dei coralli che per primo osserva. Ancora altre vicende minute accompagnano gli ultimi mesi di permanenza del M. a Costantinopoli, ma neppure gli estremi tentativi inglesi ed olandesi valgono a riawicinare Austria e Turchi per la pace, onde il M. lascia la capitale ottomana e va a Vienna. ” Sul F. Maros, ad E-SE di Arad. - 39 -