MARIO LONGHENA accaduta la disavventura di Breisach e l’allontanamento del Marsili dalla corte e dall’impero, e sarebbe stata una piaggeria sciocca, se il M. avesse lasciato la dedica ad un principe di casa d’Asburgo. S’è detto che è un opus complesso e completo, per i tempi: tutta la materia geografica, astronomica, idrografica, storica e fisica riguardante il fiume vi è accolta e distribuita con grande esattezza. Ma neppure tutto quanto il Danubio vi è considerato : sono segnati e il luogo da cui scaturisce ed il mare in cui sbocca, ma tutto l’alto corso ed un tratto del suo corso medio, poi intero il suo corso inferiore non sono dal Marsili sottoposti ad esame. Il Kahlenberg, il modesto sprone del Wiener-wald che cade sul Danubio, a monte di Vienna, è il terminus a quo, il luogo dove sfocia nel Danubio, a sinistra, il fiume Jantra è il terminus ad quem. La parte fra questi due termini — parte notevolissima per sviluppo e per importanza di fenomeni — è quella che offre, illustrata in tutti i suoi aspetti, al lettore, perchè « suis observationibus discussa est ». Aggiunge ancora che pur dentro ai confini segnati alla sua illustrazione ci sono delle differenze, perchè non tutte le parti del corso del Danubio che lui à sottoposto al suo esame, sono state visitate nelle stesse condizioni: « inaequalis — dice — fuit fortunae condicio qua labor meus processit in hoc opere colligendo ». Da Vienna alle foci del Tibisco, cioè per tutto il tratto in cui liber aditus patebat, perchè non c’era un nemico che lo impedisse, il M. non solo potè veder tutto, ma anche potè stabilire la distanza fra luogo e luogo me-diante le determinazioni astronomiche: quindi questa parte — ed è larga parte — va esente da ogni menda - 170 -