MARIO LONGHENA aveva alla raccolta del materiale ceduto, a cui era bastante premio una « locanda per sè e per il suo cameriere », poteva pensare che tutti dovessero solo attendere al suo Istituto e ad esso unicamente fornire mezzi: gli amministratori di Bologna dovevano da parte loro graduare le spese in rapporto alle entrate e rigidamente tener conto dell’urgenza e dell’importanza degli oggetti per cui si richiedeva danaro. Da questo contrasto di concezioni non pochi dissensi sorsero fra il Marsili e gli uomini proposti al reggimento della sua città, non pochi furono i perniali suoi e gli atti e le parole aspre. Ma gli indiscussi meriti suoi, che anche i paesi esteri riconoscevano tanto che nel 1715 era accolto nella Accademia Reale di Francia, gli valsero anche in altra occasione la vittoria. All’Istituto per essere completo in alcune parti mancavano i fondi necessari, e quelli forniti in antecedenza erano pressoché finiti, onde nuovamente il M. bussò a quella porta che tanto generosamente gli si era schiusa, si rivolse al Pontefice ed il Pontefice diede. Altri 15 mila scudi venivano assegnati all’istituto perchè potesse proseguire ampliandosi e compiendosi e quindi moltiplicare il suo bene che già facevasi sentire, poiché assai frequentato ed in corrispondenza con altri istituti congeneri dell’estero. Ma siccome proprio in quel tempo — 1720 — gravi calamità — inondazioni distruggitrici — s’erano rovesciate sullo stato della Chiesa e specialmente sulle campagne basse dell’Emilia, così quella cospicua elargizione non incontrò pieno il favore della cittadinanza. Si osservava che altri bisogni allora premevano e che alla scienza si sarebbe potuto dedicare somme quando migliore fosse stato il bilancio. Naturalmente questi che biasimavano la larghezza ~ 120-