CONTE L. F. MARSILI distanze e di percorrere tanta terra ugualmente con diligenza. Non si dimentichi d’altra parte che il lavoro danubiale era pronto in tutte le sue parti — e le modificazioni, come è lecito ricavare dai due prodromi, l’uno stampato nel 1700 e l’altro forse nel 1723 o nel 1724, sono non molte e non sostanziali — nel 1700 o nel 1701, cioè è opera cominciata nella giovinezza e finita nella piena maturità, a poco più di 40 anni, e attorno ad essa non lavorò sempre, con pienezza di tempo, ma ad intervalli, quando la guerra non ruggiva, quando le difficoltà non lo opprimevano, quando le ferite o la prigionia non gli davano tormenti fisici e paure mortali, quando l’imperatore che di lui tanto si valse non richiedeva il suo aiuto e l’opera sua. Più tardi egli tenterà altra monografia — non su un fiume, ma su un lago —, e questa appare più composta, più proporzionata, senza le mende che possiamo scorgere nell’Opus Danubiale. Gli anni e gli studi hanno raffinato e perfezionato il suo metodo: 24 anni corrono fra l’una e l’altra. Terminiamo il capitolo riportando alcuni periodi del manifesto con cui i librai di Amsterdam che ne accettarono la stampa annunciarono l’opera. Non porta la data, ma dev’essere dei primi mesi del 1724 o degli ultimi del 1723, ed al manifesto deve essere stato accompagnato il Prodromus, nella sua seconda redazione. Il manifesto è in latino e porta a lato la versione francese, un po’ libera. Seguiamo questa, perchè ci sembra che il pensiero più liberamente in essa si muova, mentre il latino lo costringe ad esser più secco e più retorico. « Non è punto una descrizione arida del corso del Danubio, poiché vi si trovano dissertazioni assai ampie sulla storia antica e moderna dei paesi che il fiume - 187 -