CONTE L. F. M ARS ILI l’esatta distribuzione: solo non ricorda nè l’Africa nè l’Asia, dove pure s’incontra: ma è la Provenza il luogo dove più abbondante cresce. L’ilex coccifera cresce in terreni sterili, à radici diritte, un tronco grosso un dito, alto non più di due cubiti e con rami un po’ tortuosi come il tronco; e su questa pianta, là dove i ramicelli più piccoli sono attaccati ai maggiori, verso i primi giorni d’aprile si formano piccolissime grane, come grani di miglio, di color verdastro, che ingrossando diventano rosse e da molli si fanno dure. Sono piccole uova da cui più tardi nasceranno insetti — certe mosche, dice il M., di color cenere —, che, nascendo lascian vuota la grana. Ma se si permette che nasca l’insetto, allora cessa ogni loro uso industriale : invece raccolte a tempo, spruzzate d’aceto e messe al sole ad essicarsi, l’insetto muore e tutto il succo che è dentro la grana serve come materia da tingere. Il M. pensa che l’albero sia come il luogo dove l’insetto deposita le uova, che queste ricevano dal muoversi dei succhi della pianta, all’avvicinarsi della primavera l’alimento e la forza per ingrossare e che la maggiore o minore violenza dei venti e la più mite o rude temperatura durante l’inverno siano le cause della abbondanza o del difetto di queste grane: ed in Provenza accanto ad annate ricche, come quella del 1710, ci furono annate assai magre. E questo fenomeno riscontrato sull’ilex coccifera il M. crede che debba avvicinarsi a consimili tumori di piante nostrane, come il pioppo, il quale presenta certi ingrossamenti che esaminati apparvero pieni di uova e da cui poi, nella primavera, uscirono numerosi gli insetti. E così tale raffronto, se trovato esatto, può ~ 293 -