CONTE L. F. MARSILI acque superficiali e di quello ricavato da acque profonde, quella della maggior pesantezza delle acque dei pozzi prossimi al mare; altre sostanze esistenti nel mare dichiara d’aver esaminate, come la sostanza bituminosa a cui attribuisce l’amarezza dell’acqua. Non alcuna conclusione trae da tutto questo materiale raccolto, e disposto opportunamente, a seconda dell’importanza od a seconda della materia, e forse il M., dal momento che si trattava di un lavoro di analisi, non credette necessario concludere. E noi non concluderemo, ma ci permetteremo solo alcune considerazioni che intendono lumeggiare questa seconda parte. Non sappiamo dare un giudizio su Marsili chimico, e se dovessimo fedelmente riprodurre l’impressione nostra su tutta la serie di esperienze, confesseremmo che più che tentativi di studioso ci sembrano giochi di fanciullo; e la chimica in quel principio di secolo era realmente un trastullo che a scarse conclusoni conduceva. Ma, ad ogni modo, c’è l’intenzione di condurre l’esame di questi fenomeni verso una serietà mai prima ad essi applicata. E si osservi il metodo che è pieno di insegnamenli e di rigorosità. L’acqua, misurata nella sua temperatura nel capitolo precedente, riempiente gli ampi bacini che si chiamano mari, appare superficiale o profonda; poi à un colore che in parte è suo — e non è quello che appare —, in parte è prestato dall’ambiente di sopra, intorno e del fondo, poi à una composizione, il cui esame è tanto difficile oggi, perchè nell’acqua del mare, proveniente da tutte le più varie terre, sono tutti i corpi, in più o meno piccole quantità, che costituiscono la terra, e doveva essere oltremodo arduo un tempo, - 253 -