CONTE L. F. MARSILI letto del Danubio, e le arene le sottopone al microscopio e le rappresenta in tavole, nelle quali appaiono ingrandite. E non una sola volta fa l’esame delle sabbie danu-biali, ma più volte, prendendo sempre sabbie diverse, presso la confluenza dei vari tributari, onde avere un segno della varietà dei terreni che con sè trascinano le acque di essi. Uguale esame porta sulle ghiaie, sul terriccio, sul fango, e classifica le pietre trovate nel letto del Danubio, distinguendole in meno preziose ed ignobili. Lasciato il fiume s’ occupa della composizione del terreno montuoso, dove — siamo nell’Ungheria — frequenti sono i metalli, anche nobili, le pietre preziose ed i minerali utili. La classificazione, a cui s’attiene nell’elencare i minerali, nel descriverli e nel dire dove si trovano, cioè la divisione loro in mineralia media, lapides minus pretiosi, molles e duri, lapides pretiosi maiores, geni-mae, metalla vera perfecta, metalla vera imperfecta e metalla spuria, risente della teoria che egli à dei minerali, e non tiene in alcun conto nè la loro composizione chimica, nè il modo di cristallizzazione, è esterna e non intima, ad ogni modo non può non incontrare le simpatie del lettore per il modo rigido con cui è seguita e per la sicurezza con la quale è applicata. Fra i minerali medi pone il sale comune, i vari sali, i corpi pietrificati — errore che mostra di seguire anche altrove — il vitriolum, che considera come un « sai fluidum »; fra le pietre meno preziose colloca il gesso, l’amianto, il talco, che sono molli, il magnete, i lapislazzuli, la pietra saponaria che offrono maggiore durezza: il cristallo, anzi i cristalli, sono le pietre dure più grosse; i granati, i giacinti, le turchesie e le opali 179