MARIO LONGHENA pose una relazione, della quale non è traccia ne’ suoi manoscritti, ma risulta dalle sue parole che essa fu mandata da lui al suo maestro, il Montanari. La Svizzera fu una terra da lui vista più d’una volta : ci fu, di passaggio, quando nel 1682 mofse verso Vienna per assumere servizio nell’esercito imperiale, vi si trattenne dopo la disgrazia capitatagli a Br¡sacco, quando, volendo dare all’Europa notizia di quel che gli era capitato, pensò di redigere un manifesto, in cui l’ingiustizia patita fosse manifesta, e per non procurar noie al governo papale — era tornato frattanto a Bologna — credette conveniente ritirarsi per un po’: lo dicono le molte pagine che intorno a fenomeni incontrati nella Svizzera il Marsili à scritte e che troviamo ne’ suoi manoscritti, vi fu un’ultima volta di ritorno dall’Olanda, nel 1721?: le miniere dei vari Cantoni erano la ragione della sosta. Due mss. specialmente sono ricchi di appunti svizzeri, di schede riguardanti la Svizzera, di carte, di brevi relazioni, di notizie storiche diligentemente raccolte, il 90 ed il 96. Il primo à più materiale naturalistico, poiché vi si parla dei cristalli e dei loro colori, del quarzo e della pietra detta wild-stein o pietra selvatica, vi si parla delle Alpi, delle loro divisioni e dei loro nomi, dei passi e delle cime — sono le Alpi svizzere —, vi si parla di numerosi laghi (lago di Joux, di Zug, d’Uri), di fiumi (Rodano e Reno), di ghiacciai, e c’è persino un discorso sul governo dei cantoni svizzeri. Il 96 invece è un manoscritto costituito da schede interamente storiche, ed il num. C. comprende 35 carte o scritti tutti riferentisi agli Svizzeri, al loro governo ed alla loro storia. E qui si scorge chiaramente che egli aveva intenzione di narrare l’origine della - 316 -