CONTE E. F. MARSILI che ora fan parte dell’istituto vorranno compiere l’opera, aggiungendovi le parti che mancano, che il distretto, ricco di molti prodotti naturali, merita di essere illustrato. Il secondo fascicolo dello stesso manoscritto parla « della qualità e della natura delle paludi e della coltura », ed è qua e là, anzi troppo spesso, ripetizione della prefazione. Ad ogni modo lo riassumeremo, anche se ridiciamo quel che fu scritto; in ogni scritto del M. c’è sempre qualcosa di nuovo e di aggiunto, che è bello far risaltare e far che risplenda. Dice che il territorio di Bologna, sua terra natale, era dapprima nella parte più bassa in uno stato paludoso, poi fu ridotto a campi fertili di biade e di frutti, e tale rinnovamento fu operato dalle acque trascinanti dai monti particelle d’ogni sorta di materiali che depositate poi nel fondo diminuì a poco a poco la distanza di questo dalle acque. Col tempo le acque si raccolsero in canali ed in scoli, in buona parte aperti dall’arte dell’uomo. Ma l’uomo ben presto dimenticò il dover suo, neglesse i canali o li chiuse, scordò o volle scordare, per timore di nuove inondazioni, gli scoli, per li fretta di utilizzar le campagne non attese che la sopraeleva-zione dei nuovi terreni fosse completa, ed in seguito per non scavare nel terreno canali profondi dovette costruir argini che resero i nostri torrenti pensili, onde continue le minaccie contro le campagne, onde l’innalzamento degli alvei e l’insufficiente capacità degli argini. Tali gli inconvenienti, i pericoli, i danni minacciati o verificatisi; ed a tutti questi mali o minacce di mali si aggiunsero la prepotenza degli uni e la caparbietà degli altri, il desiderio di questi di conservare un van- - 231 -