CONTE L. F. MARSILI affermazione — e la distanza fra essa e la proposizione marsiliana è enorme — è frutto dell’osservazione ed è scoperta dovuta a quel profondo intuito del vero che hanno solo pochi uomini dagli occhi che vedono attraverso le cose. Commentando le tre proposizioni poste di seguito noi possiamo dire che nel Marsili è chiara l’idea che importanza grande ha la conoscenza delle profondità del mare, non tanto per accumulare lunghe file di cifre, quanto perchè per essa lo studio del mare diventa una vera e propria branca della geografia fisica. E difatti egli pensa all’organica struttura della terra tutte le volte che va perfezionando la sua conoscenza del fondo del mare, e spera da questa trarre lumi per quella. E quanto alla seconda proposizione, non sembra essa che preveda e formuli in modo un po’ meno esatto ciò che oggi l’oceanografia pone fra i suoi canoni fonda-mentali, che cioè le grandi profondità, le regioni abissali — che il Marsili chiama abymes — sono press’a poco così limitate come le grandi altitudini sui continenti e che la curiosa vicinanza delle fosse sottomarine e degli alti rilievi è un fatto di importanza fondamentale per la spiegazione delle deformazioni della crosta terrestre ? Chi sottilizza e cerca di trovar difficoltà, può con una analisi da microscopio trovar differenze fra la scienza d’oggi e la scienza del Marsili, ma non può negare che sia uno sprazzo di vivace luce intellettuale su un argomento che intorno a sè aveva ancora il buio dell’acqua che copre del suo peso gli oscuri abissi. E che aggiungere dell’ultima rapida ed esattissima proposizione? Forse l’esperienza nautica aveva già posto fra le cose certe la rispondenza fra ciò che è sopra il - 247 -