MARIO LONGHENA nuto nello stesso manoscritto 1 e porta anche qualche figura: anche questo è di mano del M. Comincia con una domanda: era salata l’acqua del diluvio che si rovesciò largamente sulla terra? Ed il M. mostra di voler credere di sì: prima di tutto perchè fra le acque che coprivano le terre e quelle che riempivano i mari c’erano comunicazioni e poiché le acque che si stendevano sulle terre dovettero certo sciogliervi i sali ed i bitumi che sulla superficie erano e non in piccola quantità. I crostacei, i testacei che noi troviamo pietrificati sui monti ci dicono chiaro che salsa doveva esser l’acqua sotto la quale era sommersa. Al Marsili sfugge la vera ragione del fatto di animali marini rimasti fossilizzati nelle parti alle della terra; non pensa alla possibiltà del mare là dove ora si elevano monti, non sa le vicende che nel tempo possono aver avuto le regioni ora aspre, nè osa chiedersi se sempre si alzarono al cielo i monti. Quindi è logico che egli si domandi come mai questi esseri siano capitati fino in alto, a parecchie centinaia di metri sopra quelle acque che prima abitavano. Questa domanda ha una risposta che è così arzigogolata che non si può credere che il M. l’abbia accolta. Siccome le acque, se invasero le terre e s’innalzarono su di esse alcuni cubiti, dovettero naturalmente esser cresciute di più sul mare, pesci e crostacei, per non subire l’enorme peso delle acque, dovettero salire, poiché in questi si conservano le antiche abitudini, così andarono a nidificare e si moltiplicarono o si spensero là dove la terra meno s’allontanava dal livello delle acque. « La 1 Ms. 90. C. c. 105-113. - 308 ~