CONTE L. F. MARSILI cietati Anglicanae » ed ai suoi illustri membri. Questo schema dell’opera, che ad un tempo preannuncia l’opera, è pronto fin dal 1698, tant’è vero che nell’agosto di quell’anno ottiene il nulla osta per la stampa, ma solo nel 1700 esce. Quindi noi possiamo supporre chc nell’anno in cui si chiude il secolo e nell’anno seguente — 1701 — in cui si apre, il lavoro sul Danubio fosse giunto quasi alla fine. E poiché nella prefazione generale all’Opits Danubiale dice, nelle prime righe, che « prodit opus quod viginti duos annos in tenebris ia-cuit », e poiché il contratto con i librai di Amsterdam lo fa nel 1723 ed avviene in quell’anno la consegna « del manoscritto e dei rami », dobbiamo ritenere il 1701 1 'anno di compimento del lavoro sul Danubio. È vero che non giace proprio nel cassetto polveroso come afferma il Marsili: lo dice nella prefazione sopra citata, e chiede scusa al lettore se fra ciò che à promesso nel Prodromo e quel che mantiene nel fatto c’è differenza; ma tanta è la distanza di tempo fra l’annuncio dell’opera e la sua pubblicazione che i mutamenti si possono spiegare e sono completamente giustificati. Un paio di anni dura la stampa, e solo nel 1726 vede la luce: il M. era avviato già verso il tramonto della sua vita, e forse non gode quanto avrebbe fatto se l'Opus fosse uscito a suo tempo, al vedere questo suo figliolo la cui nascita era così remota negli anni. Nel Prodromus l’opera — si diceva — doveva essere dedicata all’imperatore Leopoldo, allora — nel 1700 — nel momento della sua gloria, poiché aveva firmato la pace di Carlowitz (1699), ed ammiratore e riconoscente al Marsili per la devozione e per il disinteressato aiuto prestato nella determinazione dei confini ; ma alla distanza di tanti anni l’imperatore era morto (1705), e poi era - 169 -