MARIO LONGHENA della mia dottrina e da essa non mi allontanerò: man mano io andrò esponendo le mie osservazioni sui singoli luoghi e sui vari fenomeni. I due elementi principali — acqua e terra — non sono disgiunti, ma si devono considerare come uniti e formanti un solo corpo: Iddio li ha creati così strettamente legati « per i reciproci bisogni » come — nel corpo umano — le ossa e le carni con l’umore liquido. Non si occuperà della forma della terra, della misura del suo diametro, del moto di essa e dei rapporti con gli altri corpi celesti, chè in questo campo ripeterà, riponendovi tutta la sua fede, quello che à appreso dal suo maestro, il Cassini; l’assunto che pone a se stesso è solo quello di « anatomizzare il corpo terreo-acqueo... osservare le parti e i materiali che lo compongono... come questi siano uniti... quale sia lo stato suo dopo la creazione e quali mutazioni siano avvenute » o per il moto continuo delle acque o per il di-% luvio o per il terremoto; da ultimo vuole indagare se tutto ciò che compone la superficie terrestre sia stato sempre come ora o se vi siano avvenute mutazioni in più o in meno o se la qualità sia stata disuguale da quella che ora è. Questo che abbiamo sunteggiato è come un programma e l’esposizione di un metodo; ma altrove — in altri fascicoli — il M. scende a maggiori particolari: così al n. 14 dello stesso manoscritto è un opuscoletto che porta per titolo « Punti per l’organica struttura della terra ». Ora in tale fascicololetto manoscritto di carte 2 il M. comincia col dire che per conoscere la terra è necessario anatomizzarla così come si anatomizza l’uomo; ma la terra « che in sè contiene le acque » è di vasta mole e fatta « di sostanze eterogenee » così - 304 -