MARIO LONGHENA perfetta calma anche l’interno. Solo, in casi straordinari e rari, brevi correnti si muòvono di sotto, e da esse è lecito predire le mutazioni di tempo. E ritorna ancora al concetto della stabilità della mole acquea, che però ora non lascia sospesa come verità apodittica, ma pone in rapporto alla mole acquea conservata nelle viscere dei monti e delle terre vicine « come l’intero mare rispettivamenle a tutta la mole acquea conservata nelle viscere dei monti e terre circonvicine, come l’intero mare rispettivamente a tutta la mole terrea del mondo ». E poiché à ricordato il mare, estende la sua spiegazione delle correnti superficiali ed interne alle correnti marine: anche queste crede siano ristabilimento di livello fra mare e mare. E in realtà questo è vero, ma non è la causa determinante — escludiamo nella scienza, o per lo meno non è afferrabile, la causa finale — di tali correnti il bisogno quasi del ristabilimento di un equilibrio primitivo, ma è la salsedine, è il moto della terra, è il vento, sono altre le cause. Ed estende ancora le osservazioni fatte alle acque del lago, al mare, poiché si domanda se il movimento del flusso e del riflusso non debbasi soltanto attribuire alla luna, ma anche riferire agli effetti del sole per la continua attrazione che fa delle acque. La seconda parte è tutta dedicata alla biogeografia del Garda ed è di non piccola importanza: lavori recenti sulla vita animale interna confermano tante cose viste ed annotate dal Marsili. Le piante che crescono nel lago ed intorno ad esso in alcuni luoghi paludosi sono considerate nel capitolo primo, a cui seguono figure illustranti quelle che « non sembrano secondo l’opinione dei botanici descritte ». Il capitolo secondo tratta dei - 282 -