CONTE L. F. MARSIIJ Prima però comincia di lontano: prima espone quel che pensavano i poeti greci dei funghi, poi Plinio e così scendendo nei secoli giunge a quelli che poco prima di lui studiarono e scrissero dei funghi. E gli studiosi recenti che s’occuparono di funghi, divide in due classi: la prima afferma che i funghi nascono da semi, l’altra che vuole nascano da pezzi di funghi: al di sopra di essi, tentativo di conciliazione, sorge il Malpighi che ammette che tanto nell’un modo come nell’altro abbiano a moltiplicarsi. Dopo citazioni di altri studiosi e dopo altre osservazioni su una varietà il « fungillus calyciformis » espone la sua « sententia », che a lui più di tutte le altre arride, cioè quella che attribuisce l’cc originem fungorum certae quorundam corporum putrilagini, seu lento humori putrilaginoso affini ». In seguito esamina i funghi molli, quelli che nascono su legni ed accenna anche alla possibilità di coltivare artificiosamente i funghi. Non competenti di dire una parola sicura su una materia estranea agli studi nostri, non possiamo però tacere che pur oggi ciò che si dice dai naturalisti intorno al prataiolo non è affatto lontano da quello che sul medesimo fungo affermava il M. Anche qui, oltre la bontà del metodo, veramente adatto per le scienze naturali, dobbiamo notare che se non lo scoprimento del vero, almeifo un avviamento ad esso anche questa volta fu fatto dal diligente osservatore.“ 5 Non abbiamo voluto fermarci anche sull’opuscolo pubblicato nel 1685 sul caffè, parendoci già troppo lungo l’esame dei lavori editi ed inediti. - 297 -