CONTE L. F. MARSILI accumula materiali d’ogni sorta; e l’operetta sul lago di Garda altro non è clie uno dei tanti studi che preparano al Marsili la soluzione del problema maggiore: com’è fatta la terra. Il Marsili così ragiona: poiché non accidentale è la formazione del lago di Garda e poiché il bacino di tale lago può esser considerato nella sua « solida struttura intima » come un piccolo mare, così studiandolo, nella sua costituzione, si può trar qualche dato utile per conoscere la costituzione della terra intera. Quindi anche qui troviamo che il Marsili, se assale un argomento qualsiasi, non lo fa solo in vista del risultato parziale che spera di avere o cerca di trarre, ma per un fine più alto; ed il fine ultimo, a cui servono e le opere che riguardano il mare e quelle che studiano laghi, fiumi, monti e miniere, spiagge e pianure, è la conoscenza del pianeta nostro, non come corpo celeste, ma nella sua costituzione geologica, nella parte che ai nostri occhi è celata, e che appunto per questo più viva à la nostra curiosità. In due parti si divide la « dissertazione »; la prima — ed in questo suo metodo il Marsili non ha nulla da invidiare ad un trattatista moderno — considera il lago come individuo geografico, indipendentemente dalla vita vegetale ed animale che sulle sue rive e dentro le sue acque si muove e verdeggia: la seconda esamina appunto questa vita multiforme vegetale ed animale. In quattro capitoli si suddivide la prima parte ed in due la seconda. Il primo capitolo descrive geograficamente il lago, il secondo esamina le sue rive e la sua struttura organica, il terzo contiene ampia trattazione delle acque che confluiscono ed escono dal lago, infine il quarto à ampi ~ 267 -