MARIO LONGHENA dal fondo verticalmente ascendono alla sua superficie »; il terzo è determinato « dalle crescenze e decrescenze delle sue acque, facendo i due moti uno per alzarsi e l’altro per ¡sbassarsi in diverse stagioni »; infine il quarto è dovuto a fiumi o rivoli laterali che confluiscono nel lago. I movimenti incostanti o sono dovuti ai venti che ad ora ad ora soffiano ed in direzione diversa, o, come vogliono i pescatori, ai cocenti raggi del sole, nell’estate, o ad una causa che si potrebbe chiamare di equilibrio e che il Marsili, in questo ancor figlio del suo tempo, così determina: « un altro moto (incostante) ha la sua causa da quel livello in cui la natura vuole conservare la mole acquea nella terra ad onta del disordine che a questo livello causano i venti, o altre cause de’ moti instituendo un moto sott’acqua che principia dove finisce di giungere la forza de’ venti o d’altro, non ammettendot la natura intervallo di tempo a far restituire le acque allo stato di equilibrio... ». Lento e quasi insensibile è il moto che determinano le acque imboccanti l’alveo del Mincio, tanto che ogni leggero soffio di vento lo cancella; e gli esperimenti fatti dal Marsili con canne e pezzi di legno hanno accertato che solo verso il luogo da cui esce il Mincio c’è un movimento causato più che altro cc dal peso della mole superiore del lago ». Poco si ferma sui movimenti della seconda e terza specie, poiché non fa che ripetere quel che ha detto ampliandolo ed esplicandolo: invece assai parla dei moti costanti dovuti al crescere ed al decrescere delle acque del lago. Stabilite le stagioni dell’un fenomeno e dell’altro, e scartata la ridicola spiegazione che il crescere sia dovuto al contemporaneo svilupparsi delle - 278 -