CONTE L. F. MARSILI nirno mancamento nella piazza dei requisiti », e perciò diventava più grave la responsabilità di coloro che radunati unaniinainente decidevano la resa della fortezza; e poi — motivazione finale di colpevolezza e di biasimevole e condannabile negligenza — si aggiunge che « non avevano fatte le necessarie disposizioni pei una valida difesa nè provvisti i necessari requisiti ». Qualcuno potrebbe sofisticando trovare che entrambe le ragioni possono stare insieme nè si annullano e si contraddicono; ma in realtà a sostenere che non c’è contrasto si arriva a mascherare la vera essenza ed il significato intimo e nascosto della sentenza. Da una parte si vuole esonerare chi aveva su tutte le truppe del Reno il comando, da ogni responsabilità, poiché abilmente si insinua che tutto quel che era necessario alla difesa della piazza era stato da chi ne aveva il dovere premurosamente dato, dall’altra si afferma che chi doveva mettere in atto ed applicare alla difesa i mezzi dati non l’aveva fatto, quindi s’era giunti alla capitolazione, benché nulla di aiuti e di provvidenze adatte fosse stato negato, per neghittosa indolenza dei proposti alla custodia religiosa della fortezza. Con astuzia il Principe di Baden che aveva ordinato il giudizio aveva disposto le ragioni della sentenza: così egli salvava se stesso e rigettava sugli altri un cumulo ancor più grave di colpe. Rimanevano le ragioni del Marsili, fatte ad invito del Principe di Baden, rimanevano le lettere spedite da lui e gli appelli disperati perchè a Brisacco si provvedesse, chè difficile era la sua situazione ed impreparata era per un assedio, rimaneva la risposta del Principe di Baden al Conte d’Arco del 30 giugno; ma di tutto questo non c’è ricordo, quasi che fosse ai giudici molesto e tur- ~ 73 ~