MARIO LONGHENA gli elogi stesi da Fr. M. Zanotti e dal Fontenelle, ed anche ciò che ne scrisse il Niceron, s’aggiunga che egli raccoglitore di tutto quello che si riferiva a Bologna ed agli scrittori bolognesi, era il più adatto a ricercare ed a trovare documenti, che la sua amicizia con dotti che avevano conosciuto il Marsili e potevano parlare fedelmente di lui, lo metteva in condizione di superiorità sugli altri: s’aggiunga infine che i mss. mar-siliani erano stati consultati da lui e che intendeva oltreché raccogliere insieme il vasto epistolario marsi-liano, anche pubblicare le sue dissertazioni e scritture, onde dar intera la figura del conte Marsili; ed apparirà rispondente al vero l’affermazione di perfetta data all’opera del Fantuzzi. Sì che crediamo che ben poco si possa aggiungere a quanto à scritto questi: forse qualche rettifica di date, forse qualche particolare di non gran conto, forse qualche po’ di luce su questioni di famiglia che il Fantuzzi, che lavorava a poca distanza dalla morte del Marsili, non ha creduto illuminare più vivamente, si potranno avere dall’esame del carteggio privato del Marsili che ancora conserva un patrizio bolognese e che non m’è riuscito sfogliare. 3 Per altro non si erra affermando che da esse, ammesso per un momento che ce ne siano di inedite e che siano non poche, non può uscire maggiore la figura del Marsili, anzi osiamo dire che un po’ diminuita essa appari- 3 Una speciosa ragione di rifiuto è stata opposta alla mia domanda, quasi che solo le qualità di membro del comitato marsi-lisno, richieste dall’egregio erede - qualità che chi scrive pure possiede - fossero indispensabili per accostarsi con discrezione a carte famigliari. • 18 ~