ANNO - MDCCXXX. 151 cOn tutta f Ercegovina, perchè vi saranno all’ hora di tutta l’Ercegovina gl’ huomini appresso il Signor Passà, e chiunque venirà dal Montenero a Trebigne gli è forte Fede di Dio, dei Turchi e del Passà, e di tutta l’Ercegovina come sano vénirà, così sano anco anderà, e che siate sani. Al di fuori: Che si debba consignare questa Lettera al Capitan Vucadin, è a tutto lo Sboro del Montenero. (Ibid.). 1726, febbraio 18 — Cattaro. Il Provveditore Straordinario al Senato. Tiene avvisi questo Sopraintendente Cav. Bucchia, che il Patriarca di Pech già capitato a Podgorrizza, con intentione di voler inoltrarsi alla Visita altre volte pratticata anco del Montenero. Che il noto Vescovo Danillo, di ciò avvertito, habbia risolto ridddursi a Voi, luoco poco distante da Xabiaco, con oggetto di dissuaderlo dall’ ideato viaggio, a causa delle molti nevi, per le quali dovrebbe riuscirgli troppo molesto, e sia anzi per tentare ogni via per indurlo a trattenere la Visita stessa, con impegno, che habbino non ostante ad essergli corrisposte le consuete contribu-tioni. Si crede per tanto, che passarà addesso a quella de Monti Superiori nell’ Albania, per calar poscia fra due mesi in circa per via di Scutari, e Antivari nello Stato di Vostra Serenità, visitando, oltre de quattro noti Comuni, Pastrovicchio, Cartoli, e Gustizza, luochi tutti, riguardo agli habitanti del Ritto, soggetti alla sua Spirituale Giurisdittione. Asserisce lo stesso Sopraintendente eh’ egli habbia seco un numeroso seguito, in cui fra gl’ altri si contano, due Capigi soliti accordategli dalla Porta in simili occasioni per sua cautella e due Chiohadari, stessamente destinategli dal nuovo Pascià di Pech. Io per tanto starò in attentione per penetrar l’effeto degl’Ufficij dello stesso Vescovo Danilo, e per rilevare ogni ulteriore dispositione del medesimo Patriarca, con oggetto di poter illuminare opportunemente di tutto l’Eccellentissimo Signor Provveditor Generale, cui intanto quest’ istesse notitie io rassegno, in riconoscimento della mia divota subordinatione alla Suprema sua autorità. (Ibid.). Gabriel Boldù. 1730, Settembre 11. Cattaro — Il Provveditore Straordinario al Senato. In aiuto d’un opera si vantaggiosa il più valevole mezzo ben considero il Vescovo di Cettigne Danillo, che appresso i Confinanti sussiste in molta superiorità, e credito ; e tuttoché non troppo affetto ai Publici riguardi, procurerò ad ogni modo con forme blande guadagnarlo ; assai in vista il suo per altro sacro impegno di Pastore appresso Dio, et il mondo, non volendo persuadermi le manchi qualche rimorso anche nella coscienza per recedere dalla massima di qualunque suo profitto, ed unirsi al stimabile sentimento, chi tratta il bene universale e 1’ ostacolo di tant’ ingiusti spargimenti di sangue con le danosissime conseguenze di perpetue inimicitie. In possesso del suo cuore mi ridurò a Budua. A quella parte si lascierà vedere la Squadra dell’ Ecc.m0 Sig. Capitano in Golfo Diedo, considerata utile anche da S. E. Provveditore Generale perchè l’apparato di questa forza vaglia d’imprimere moderatione, e rispetto a que’ Popoli, e la facilità all’ intento che si desidera. Seguitarò allora allora l’incombenza per trattarla con quel vigore, che sarà per suggerirmi il mio scarso talento per definire la serie delle tante moltissime differenze, e ristorare gli animi co’ vantaggi che promove la pace a lustro più splendido del Publico Venerato Nome.. (Ibid.). Pietro Angelo Magno. 1730, ottobre 10. Cattaro — Il Provveditore Straordinario al Senato. Io ho già di quà intrapreso il molesto ed incerto affare dell’ arbitraria universale, è sono alcuni giorni, che tolto a me stesso il respiro, procuro che col vantaggio della pace respirino queste popolazioni, e rimosso il molto spargimento del sangue succedi la conclusione del negotio a gloria