ANNO - MDCLXXXIX. 43 questi Pressidij a quella volta destinate, ch’attendevano al numero di novecento quaranta Fanti scielti con piena accuratezza, e riusciranno, come io spero, gente buona, ben aguerita e vestita; onde confido, eh’incontrarà l'intiera aprovatione del Ser.m0 Principe Cap." Generale. Tra le lettere che assogetto alla maturità di VV. EE. vi esiste quella delli Bieopaulovichi, che assuefatti dal Turco à certo picciolo regalo, quando i loro Capi s’appresentavano al Passà d’Albania, pretendono hora lo stesso da questa Carica, et riuscirebbe profitevole il blandirli con tal forma, consistendo il dono in poca quantità di panno, e qualche pennacchio d’Argento. Pietro Duodo. (Ibid.). 1689, maggio,.20. Catturo — Il Provveditore Straordinario al Senato. Rimangono sì assistite dal Cielo le publiche raggioni, che degnasi anco nella diminuttione di forze a questa parte secondare con avantagiosi tratati ciò che il desiderio di chi serve VV. EE. somministra alla volontà d’esecutione ; e favorendo le mie humilissime cooperationi ha fatto sortire di ridùr nuovi sudditi dell’Ecc.m0 Senato li Popoli Bielopaulovichi, che sono situati entro il confine Ottomano, et che tentati per inanzi quelli Capi con larghi donativi di denaro, rimasero sempre renitenti a giurare il Vassallaggio, et hora con moderata recognitione da me assistiti, s’hanno di buon cuore soggettati al Dominio di VV. EE. Le hostilitadi che continuamente praticavano questi contro li Cuzzi, Drobgnazzi et altri Popoli de monti, rende hora più pregiata la conquista di gente bellicosa per sè stessa, e raguardevole per il numero, ritrovandosi cinque in seicento huomini atti alle armi. Et capitati immediatamente due di loro principali li giorni passati hanno prestato il solito giuramento di fedeltà à questa Carica, quali furono da me spediti all’ obbedienza dell’Ecc.mo Signor Provveditore Generale, trattenendone in questa Città quattr’altri per ostaggi della loro fede. Li novi sudditi di VV. EE. che sono confinanti ad’essi provano grande il contento di questo successo per andarsi a loro diminuendo l’impedimenti, che gli frastornano la communicatione con questa Città. Et io per accrescer il vigore delle publiche forze verso quella parte lontana, distinta dal vechio confine, per la frapositione della Piazza Nemica di Podgorizza, vado di presente insinuandomi con li Popoli Clementi, quali rendonsi considerabili non solo per il valore e numero, che per la loro situatione ; e se mi sortisse il ridurli all’ obbedienza di VV. EE., crederei, oltre la dilatione desiderabile del confine, di assicurare maggiormente li Cuzzi, Pi-peri, l’istessi Bielopaulovichi, et altri Popoli de Monti, et in tal guisa anco a quella parte formar un corpo considerabile di quelle Genti, l’unione delle quali potesse partorire effetti avantaggiosi per il publico riverito servitio, influire timore maggiore ne Nemici, et con l’assistenze vicendevoli che si prestassero, rendere più assicurati li nuovi sudditi, et animar gl’ altri circonvicini ad abbandonare il giogo Ottomano per ricovrarsi sotto il soave Dominio di VV. EE. — Considerationi tutte che incoragisse il mio animo a tentare tutti li modi possibili, anco con l’offerta delle più distinte conditioni, ad aggiungere quel Paese agli altri Stati dell’Ecc.m0 Senato. (Ibid.). 1689, maggio. -- Soliman Pascià ai Conte di JSfjegus. Da parte del Felice Gransignore al Conte de Gnegusi, et altri del Commune medemo e doppo. Se sete del felice Gransignore che siate capitati da me, per stabilire il tutto, e se sete del Pren-cipe aspetatemi costa, se vorà Idio, e che non vora venire da me, io venirò da lui, se Idio mi concederà ne sperate altra lettera doppo la presente. . (Ibid.). .... I