72 MONTENEGRO in testimonio del vittorioso successo, rimasta 1’ altra in poter d’ uno de loro compagni ferito, riservatosi portarla lui stesso, e le loro insegne contenute nel costituto già citato. L’ equità delle medesime, e la consideratione de loro danni, m’ ha suggerito consolarli con duecento trenta stari di Formentone per 1’ universale, e per il particolare, con due Ducati per cadauna Testa, oltre dodeci anelli, sette medaglie, date alli Capi; e due pezze di Panno cenerin di buona qualità, tolta ad imprestito da questi mercanti, per gl’altri; espresso tutto nella nota delle spese; regolatomi con la norma de Precessori, stimata la più conferente agl’ avantaggi di V.a S.tà. Ciò però non è sofficiente risarcimento delle loro perdite, che consistono nella totale rappresentata distruttione delle Biade e Viti, e che quando dalla Publ.a munificenza non siano a misura del bisogno, e dell’ impegno da me contratto soccorsi, li vedo in cimento nella ventura rigida stagione di perdersi ; o mendicare sotto il Dominio Ottomano l’alimento. Suplicano humilmente assignamenti, come godeano nel scorso tempo, e crederei che il consolare in ciò alcuno de Capi più meritevoli, et accreditati, non fosse per riuscire che fruttuoso agl’ intenti della S.tà V,a per stabilirli più costanti nella fede. Io poi su-plico nuova speditione di Pane, Anelli, Medaglie e Grano, rimanendomene di questo soli 470 stara delli già havuti, accertando l’EE. W. che saranno distribuite con quel bilanciato risparmio che aplicatamente vado studiando. Anco qualche Bandiera sarebbe necessaria, convenuto valermi di due, del numero di quelle, che sono nei Depositi di Castelnovo per consolare le loro continuate dimande. Sottopono alla reggia autorità delll’ EE. VV. note delle spése, occorse in quest’ importantissima massa d’ Armi, de doni fatti, e di quanto ho distribuito, suplicando l’aprovatione e la missione di dannaro per l’importar della medema, ascendente alla somma di L. sette mille cinquanta quattro s. 2, perchè possa anch' io con la pontualità dovuta rimborsar chi mi ha fatto l’imprestanza, e restituir il Pane a mercanti. L’impiego delli due Officiali, de quali fui dalla S.tA V.a gradato m’ha somamente servito; perchè esperti nella militar disciplina, spedii d. Francesco Rottigno nel monastero a Cettigne, ove nella regola d’ una ben agguerrita custodia fecce spiccare il proprio spirito, et a Officiali nuovi ; adempito ottimamente anche da esso le proprie incombenze. Non sono senza merito vinti Venturieri parte di questa Città, e parte di Budua eh’ anno voluto a proprie spese accompagnare la mia persona, e dimostrar la loro fedeltà in una congiuntura di tanto rimarco, per render si degni della Publ.oa gracia. Anche il Generale di Grahovo Sartori presta un fruttuoso servicio, dimostrato una soma prudenza nell’ insinuationi state praticate in ordine a mie commissioni con li habbitanti di quella Pianura di conservarsi fedeli alla Ser.raa Maestà, riusciti di molto bene, come si legge dall’unita sua lettera, nei dubbij, ch’haveano si rassegnassero alla divotione del Passà d’Herzegovina ; il di cui seguito sento pure nella maggior parte disciolto. L’è accaduto far captivare un Morlacco che andava sollevando quelle Genti per ordine de Niksichi ; ne resta sospetto, che sopra la Persona, e Famiglia d’ un Prete colà comorante, à di cui andamenti ho ordinato fissa osservatione. Nicolò Erizzo (Provveditore Estraordinario a Cattare, f. 6). 1690, novembre — Il Pascià di Erzegovina agli abitanti di, Grahovo. Da Me Felice Mustai Passà d’Herzegovina a Conte Vuco da Petrovichi, Vuco Coprivizza, Pico Slavvevich, et altri Bagnani, Rudignani, Fasani, che s’attrovano a Grahovo saluto e doppo. Che sappiate, come sin’ hora mi sono capitate due mani de Corieri come il felice Gransignore et Vesir hanno preso Nisc, Belgrado; e tutto il Paese sino Osech, dove erano li Borghi, e però m’è capitato l’Emer dal felice Gransignore e dal Vesir li quali vi dano la fede di Dio a ogni uno che s’è ribelato, ò pur inferito gran male, che non ardisca alcuno molestarvi, onde venite, che