48 MONTENEGRO naro l’ammasso del maggior numero possibile di gente, havendo sino a quest' hora raccolto tremille persone, et accompatosi a Dobrovoda tre miglia distante d’Antivari si va rinforzando con inten-tione di marchiare verso Podgorizza per essere dalli stessi Capichi trovato in moto. Havendo stabilito che il di lui figliuolo per il lago di Scuttari s'avanzi verso il Monte Nero, alcuni capi di questi Popoli, con alcuni altri de Cuzzi sono con generosi trattamenti tratenuti nel di lui campo, ingelosendo li altri della loro Natione, assieme con li Pastrovichi, Piperi, Maini e Braichi per la diffesa de quali ho rilasciato gl’ ordini, acciò siino muniti di polvere e palle, et avertiti tutti questi paesani, perchè possino esser pronti all’armi ad accorrere alla diffesa. Queste notitie, che replicatamente ricevo, tengono in una continuata agitatione l’animo mio, conscio di non haver modo di ressistere, qual hor il Passa sopradetto dissegni tentar incursioni nelli nuovi sudditi di VV. EE., e sino col solo fermarsi a Podgorizza può esser bastante a far insorgere qualche strana commotione negl ’ habitanti de Monti, non per anco assodati nella vene-ratione al publico Nome. Vado però, quanto a me, disponendo diligenti guardie a questi confini, e procuro render incorragiati gl’animi de nuovi sudditi, quali per le mosse Nemiche rimangono non pocco avviliti, e per non mancare ad’alcuna parte del mio devotissimo zelo ho creduto necessario di rendermi sicuro dell’intentione de Cuzzi. Desiderai perciò la persona di Voivoda Ivan Illicovich uno de più accreditati tra essi, ma indisposto, questo spedi Preli. Popov suo Nipote huomo di non minor seguito ; mi confessò l’abboccamento col Passà seguito dall’ accennato suo zio, che rappresentò senza effetto ; Asserì aversi l’inimico risolto all’ impresa del Monte Nero, e con quelle forme, che dettò al mio debole talento il desiderio di ben servire la Patria, non ho mancato d’insinuarle la costanza colle rappresentanze de vantaggi, che vivendo sotto il Dominio di VV. EE. riportarebbero quelli habitanti, in particolar li Capi principali. Regalato poi di tre braccia di panno cenerin, e due cechini, e dato al dì lui compagno un braccio del med.mo, et un cechino, partì con segni di buona dispositione, et io fatto prima assumere il di lui constituto, fhumilio sotto l’infalibili publiche ponderationi a propria indennità, et a notitia intera d’ogni emergente. Anco Zin Alì Agà d’ Herzegovina havendo fatto ammasso di Gente senza sapere a qual parte dissegnare l’insulti, s’è reso di necessità di rinforzare il posto avanzato di Grahovo, nelle ristrettezze presenti, scarse essendo l’unioni degl’ habitanti della campagna per la raccolta de grani, ho spedito quel numero delli Haiduci di Risano, che m’è sortito raccogliere, facendoli per il tempo della loro dimora colà somministrargli il biscotto, senza alcun’ altro esborso di denaro, per minorare li Dispendij in ciò che m’è permesso alla publica Cassa. Due picciole fattioni sono occorse tra li Panduri di Zarine et li Turchi di Trebigne, ma riportato qualche vantaggio da Nostri volsero il giorno seguente l’inimici vindicarlo, et perciò portatisi in numero di cinque bandiere s’imboscorono in quelli contorni ; Ma scoperti da quelli di VV. EE. coragiosamente li assalirono, e ponendoli in fuga, con la morte d’alcuni Turchi e non pochi feriti. Piero Duodo Provveditore Estraordinario. (Ibid.) 108V, agosto 3.1. tìudua ~ II Provveditore Straordinario al Provveditore Generale. Intento tutto all’ essecutione di riveriti suoi cenni havevo già disposte le genti delli Contadi di Cattaro, Castelnuovo e Risano, alli posti avanzati di Grahovo, Zarine e Zubci, ne lasciai forme intentate, pétótiè grosso -si rendesse il loro'numeYo, sperando non solo-coir obbedienza t rassegnata, di incontrare nella piena satisfatione di Vostra Eccellenza, ma di riuscir anco fruttuoso alla Patria, e benché come nelle precedenti mie toccai, Solimán Passà di Albania ingelosisse queste parti, e minacciasse Cettigne, non ho voluto ad ogni modo alterare le cose già stabilite, ma crescendo