82 MONTENEGRO de quelli si tutto domani si differirà. Quivi osservarò le Nemiche rissolutioni, e voglia Dio eh’ io possa deluderle. Se à tempo mi giongeranno i sperati soccorsi dalla Dalmatia, ho confidenza di sostenere l’urto pesante de Barbari, quando ne sia prevedo molto dubioso- il fine. Tutta volta sarà adoprato ogni ripiego, e col miserabile rigore di questa poca Militia, niente confidando nel mal coraggioso animo de Paesani, mi condurrò à cimenti, che saranno bilanciati colla necessità di sostener il Paese, e coll’ avertenza necessaria alla preservatione delle ristrettissime Guarnigioni di queste Piazze, estrata la diffesa de vicinanti confini. Prevalerà però ad ogni altra la conside-ratione, che risulti il servitio dell’Augustissima Patria, nel sostenimento dello Stato e Sudditi della S.tà VA (Ibid). 1692,' aprile. — Solimán Pascià ai Conti e Preti del Montenegro (v. Tav. Vili). Dal felice Solimán Bassà Gurov in Zarnizza a tutti li Conti et Preti, e doppo, Che sapiate se sette sudditi del Gransjgnore, et miei, venite da me, e se non sete, io venirò da voi se vorrà Iddio, e venite che vediamo per la mia contributione, con questa lettera venite da me, e se vi fidate in alcuno che m’aspetti se vorrà Iddio che s’urtiamo io et lui, et quel che permetterà Iddio, sarete di lui, e per gli ostaggi non abbiate paura, li ostaggi non trattenirò, ne di ciò dubitate. (Ibid.). 1692, maggio 7. Cattaro ■— Il Provveditore Straordinario al Senato. Quanto protega la Divina Misericordia la Giustissima causa di V. S. pienamente lo dichiara l’assistenza donata al mio di voto zelo nel diffondere validamente l’importante posto di Grahovo, e coprir lo stato publico dell'Armi unite della Bosnia et Herzegovina a vista de loro Passà, che con iscorno, danno e con perdita d’insegne hanno vergognosamente retrocesso. Distribuito nel breve giro di due soli giorni l’ordine della miglior difesa, e divise in cadaun Posto le poche mie forze, come rapresentai all’Ecc.mo Senato nel n.° 22, e commandata nell’a-gressione di Grahovo cauta diversione a Trebigne, attesi in Risano le rissoluzioni del Campo Nemico, l’essenza del quale consisteva in quattro mille scielti Cavalli, e quasi altrettanti Fanti, diretti dagli allegati due Passà e dalli due loro Alaibegh, coll’ agregato di qualche numero de Tartari nella Bossina aquartierati, che in tutti componevano un ammasso di sopra sette milla combattenti. S’avanzò questo Corpo li 28 spirato con horibile apparenza a Bagnani, seco conducendo tre piccoli pezzi di Cannone, quivi riposò quella notte, e la mattina del 29 progredì a Grahovaz, da dove furono alle hore 18 spinto ottocento bravi spahi a Cavallo uniti a Tartari, e quattrocento Fanti sotto la condotta delli due Alaibegh a scorrere nel Piano di Grahovo per assicurar le venute nell’ingresso al rimanente del Campo, che intanto fece alto nello stesso sito di Grahovaz. Diviso questo Distaccamento in due Corpi, s'instradò per due vie non osservato dalle Guardie de Paesani, perchè increduli della vicinanza dei Turchi, obliando la loro stessa sicurezza, abbandonarono i Posti per condursi alla divisione di bottino acquistato da una Partita de loro compagni, co’ quali incontratesi il giorno antecedente le prime Truppe della Vanguardia Ottomana, hebbero queste nella scaramuccia la peggio. Mentre però il Governatore Sartori (da me incallorito su primi, e secondi avisi ad una cauta osservanza degl’ avanzamenti nemici) trasferiva con 40 Haiduci, e 30 de suoi soldati all' ultimo capo della Campagna per riveder le due tenute, le ritrovò con estremo disordine spressidiate, e nel punto, che disponeva col suo seguito la custodia, si vidde aggredito da quatrocento Turchi a cavallo, da quali conosciuto, e vigorosamente abbordato si restrinse ad una valorosa difesa co’ suoi soldati, e due Capi di Haiduci,