ANNO - MDCLXXXVm. 21 di loro sino hora alcuna noticia, e sette sono ritornati feriti tra quali Ioan Popari, soldato di esperienza, e coraggio, Capitanio d’una delle Compagnie di nuova leva destinate dal sud.0 Provveditore Estr.0 alla diffesa del preacennato posto di Grahovo. (Provveditore Estraordinario a Cattaro, f. 4.). 1688, febbraio 22. — II Tenente Colonnello Nicolò Rizzo Bevilaqua ni Provveditore Generale. Da quest’ Illustrissimo Signor Provveditor Estraordinario Calbo intenderà la sublime virtù di Vostra Eccellenza il prospero combattimento, seguito li 16 corrente, coll'Alaibegh Ismirovich a Grahovo, ch’era capitato con 1200 Pedoni, e 150 spahi scielti, in cui gratie al Signor Iddio rimanessimo vittoriosi, havendo non solo ricuperato il bottino, che gl’ inimici havevano fatto nella Pianura, ma condotti diversi schiavi, troncate quaranta Teste, feriti settanta quattro Turchi, bottinati quaranta sette Cavalli da sella, oltre settanta ammazzati nel conflitto, et acquistate tre principali Bandiere, le quali ho consegnato a Sua Signoria Illustrissima, per esser trasmessi a Vostra Eccellenza. Due de nostri sono periti, con cinque feriti, tra quali è il Vaivoda Ivan Popov, che attestò a Vostra Eccellenza d’haver in tutte l’occasioni, et in questa particolarmente fatt’ apparir con distintione il suo corraggio in servitio di Sua Serenità. Questi Popoli ricoverati in Grahovo continuano sempre più dar saggi della loro fede verso la Serenissima Repubblica, et hora, eh’ il Signor Iddio ha concesso questa vittoria, spero di veder capitar altre famiglie, et che ristabilirà una considerabil popu-latione. Il punto sta che Turchi frequentemente si vanno ingrossando, e li tengono in gelosia, si che bisogna, che stiano, quasi sempre in Arme, |et per esser constituite in miseria le loro famiglie, tengono estrema necessità di biave, si che si raccomandano humilmente alla carità Publica, e di Vostra Eccellenza, per qualche sovvegno, con che le baccio humilmente, il lembo della Porpora. (Provveditore Generale in Dalmazia, f. 119). 1688, febbraio 25. Cetinje -- Il Vescovo di Cetinje al Cav. Giovanni Bolizza. All’ Illmo Sig. Cav.r Gio Bolizza molto caro saluto da noi Vescovo di Cettine. S’ erano traghettate 500 persone di Podgorizza, e Grudda per la Fiumara ; ma essendo poi giunti gl’ huomini del Passà, sono stati obbligati al ritorno sino al suo arrivo, et pensavano urtar improvisamente, ma non si sa dove. E andato Alnnat Mustafà Aghich d’Antivari dal Passà dicendoli ; felice Passà cosa fate per che non radunate l’Essercito a distruttione de’ Ribelli montenegrini, che si preparano contro le Città del Gran Signore col dirli anco che non capitarà a queste parti 1’ Ecc.m0 Signor Generale. A lai motivo dunque il Passa va radunando gente, e s’ attende d’ un momento all’ altro in Podgorizza. Il Passà che non s’è ribellato, m’haveva promesso di rassegnarsi, ma di presente se capitarà il Passà distruggerà il tutto e lasciarà senza niente, e senza che vi resti alcuno vivo, ò da capitar alla vostra divotione. Dunque Signore per l’amor di Dio se volete far qualche bene a questo Paese, scrivete all’ Eccellentissimo Signor Proveditor Generale acciò in assoluta forma s’esprima cosa ha da essere di questi Cristiani et che faccia passar verso Antivari e Dolcigno Galere et altri legni per divertir il viaggio del Passà o pure come Iddio lo inspira, già che così vuole Iddio e la sorte del Serenissimo Prencipe, che sono tutti soggetti alla sua autorità, onde applicate al loro sollievo, altrimenti perderete tutti quei Cristiani quando vederanno, che non si penta di seguitar la buona loro intentione e Dio Signore ve conservi. (Ibid.).