ANNO - MDCLXXXVIII. 39 sudditi provar la stessa fortuna; de quali considerato, che frequentemente saranno soccombenti, senza speranza di ricevere alcuna difesa dalle forze ottomane, conforme altre volte veniva praticato in simil incontri, anco colla presenza del Passà stesso, hora indebolito per la mancanza de tanti suoi sudditi, risolsero quelli di Spilla et altri circonvicini Christiani, chiedere perdono, e render omaggio V.a S.tà colle stesse conditioni praticate co li Montenegrini, quali ricevuti da me, e giurato fedeltà, li ho proveduti d’insegne con la Croce, mentre non temevano che Turchesche, altri loro Cappi, a stimato publico servitio farle distribuire sei Brazza di Pano, a cadauno, et in tutto furono dispensati Brazza dodici, per incoraggiarli, e farli conoscere l’aggradimento di VV. EE. et il trattamento diverso dalla tirania ottomana. Confuso Soliman Passà, vedersi abbandonato da tanti Popoli, risolse divertire in qualche forma il concorso, e fece à proprie spese unire da 6000 persone d’Albania Inferiore, per tentare di nuovo la fortuna contro Cuzzi, e Clementi, e quelli del Monte, mà giunto à Podgorizza e fatto qualche tentativo, fu di nuovo da quei Popoli, coll’ aiuto del Sig. Iddio, scaciato, con danno peggior del primo. Partecipato il tutto con diligenza all’ Eccellentissimo Provveditore Generale, accorse con solecitudine all’ assistenza di questa Parte, et arrivato a Castelnovo, deliberò spedire rinforzo a Cetigne, et appogiata alla mia debolezza l’incumbenza ; esseguii con puntualità li suoi ordini, il che penetrato da Soliman Passà, perdè la speranza, e dubitato di peggior avvenimento, ritornò con prestezza a Scutari, seguito da molti feriti rimasti nelle scorrerie, et à noi danno di pocca rilevanza ; ond’ intesa da Sua Eccellenza Provveditor Generale la felicità dell’essito richiamò le truppe, ed ho rin-gratiato Dio Sig.r haver ben incontrato il servitio di V.a Stà, con danno del Passà, e discapito del concetto presso li propri sudditi. Gio. Batt. Calbo (Provveditore Estraordinario a Cattare, f. 4). 1688, novembre 7. Catturo — Giovanni Bolissa al Provveditore Generale. S’ è già incaminato verso Cettigne con questi Territoriali il Kav.r Gio. Ant.° mio Nipote et mi porta aviso del suo arivo a quella parte e d’ andarsi seco unendo i Montenegrini a diffesa commune. Intanto Soliman Passà è pervenuto a Podgorizza, da dove ha scritto lettere d’invito a tutti i Capi del Monte nero, perchè gli rendano obbedienza col trasferirsi alla di lui presenza. Si maneggia pure con gran premura per riddurre i Cuzzi a suo Partito, -et corse qualche trattato di componimenti tra di loro, et benché incontra nei Capi principali particolarmente in Vaivoda Juan e Prete Popovo, 1’ alienatione e repugnanza, volendosi essi conservar devoti al Publico nome ; tutta via pare, che l’universale pieghi di volersi aggiustare, per il bisogno, che tutti tengono dellla communicatione con Scuttari, et altri luochi, send’in angustia d’ogni cosa, massime de Sali, et in necessità di far calar à causa delle nevi, gl’ animali nelle Pianure. S’ esprime 1’ universale, che non intende vedersi distruttile feriti dalla miseria, attesa la loro povertà ; ma finché i Capi s’oppongono, è insorta tra d’essi qualche altercatione, é si dubita, che pìossano finalmente componersi col medesimo Soliman Passà. Io faccio il tutto per conservarli costanti, et gli.ho partecipato l’avanzamento a Cettigne del mio Nipote con buon Corpo di gente, ad oggetto d’assister quei Popoli, e non manco contìnuamente tenerli blanditi, et inanimiti, conforme V. E. d’ è degnata prescrivermi, et prego Iddio Signore, che le mie applicationi conseguiscano il desiderato intento. Attendo qualch’ altro aviso dal medemo mio Nipote, e ne sarà V. E. del tutto raguagliata ; mentre le bacio con profondo inchino le vesti. Hum.° Div.° Riv.° Ser.e Gio. Bolizza (Provveditore Generale in Dalmazia, f. 120.)