146 MONTENEGRO Sopra il nuovo memoriale ora letto, presentato alla Signoria Vostra da Monsignor Vescovo Danillo di Cettigne, e Scanderia ; eguale sempre essendo negl’ animi nostri e del Senato la già palesata dispositene di secondare nel possibile le sue ricerche, sia preso che a Monsignor Vescovo di Cettigne, e Scanderia, e successori resti confermata la sua giurisditione a tenor del Decreto dei 12 Maggio ultimamente decorso, mentre egli si conservi suddito. Ch’abbia esso Vescovo la facoltà di giudicar i suoi Calogeri nelle Cause ecclesiastiche solamente; che alli sudditi del Rito Greco serviano, nella sua Diocesi esistenti, così del vecchio, che del nuovo Dominio sia permesso il riconoscer il suddetto per suo Vescovo, e Pastore. Sortendo poi alle Publiche armi nuovi acquisti nell’ Albania li sudetti compresi nella sua Diocesi, che fossero del Rito Greco serviano abbino ad esser soggetti nel spirituale, senza turbare la giurisditione de altri Vescovi, come pure le Chiese del loro rito soggette, non siano turbate da alcun Vescovo Satino, Greco, e serviano, et abbino ad esser immuni da qualche gravezza. Con questo però che nei luoghi del Vecchio Dominio non possano erigersi nuove fabbriche, Chiese, nè Monasteri ; mentre per quello riguarda le visite s’ingionserno le Commissioni opportune al Provveditore Generale in Dalmatia, perchè informi nelle Terre del Vecchio Dominio comprese nella sua Diocesi il presente Vescovo di Scanderia, o alcun suo precessore abbia mai fatto visita giurisditionale col consenso, e partecipation del Senato; ben certo per altro questo Consiglio, che secondo il Vescovo stesso li stimolò del suo zelo vorrà prontamente prender l’imbarco che le resta anco agevolato a maggior comodo, e solecitudine del viaggio, per trasferirsi alla propria Casa, et all’ occasione che sarà da lui incontrata di contrasegnarne la riprova della sua divotione e del suo noto valore. Quare auctoritate supradicti Consilij mandamus vobis ut ita exequi faciatis. Data in nostro ducali Palatio Die 4 Iunij Inditione ll.a 1718. (Ibid.). Mattio Bianchi Segretario. 1719, giugno 8. — Bogdnn Raicevich c Miluiin al Capitano Radogna Petroli. Da me Prete Boghdan Raicevich, e Milutin inchino, et affettuoso saluto, al nostro Fratello, e Signor Capitano Radogna Petrou, e doppo Ti sia noto, se m’addimandi per questi Confini, venni Lunedì da Pech; sono stato ; sono stato appreso il Bassà, et appresso il Vechio (cioè Patriarca) aPech, e così mi raccontava. Però 1’ Ambasciattore da Viena, con ottocento huomini a Cavallo a Costantinopoli, s’ è aperta la Terra, e sono andate al fondo ottanta mille Case, et ivi sortì l’acqua come il mare. E poi ti sia noto per tali Lettere del Patriarca, che li hebbi a fedelmente spedire il Vescovo Danillo nel Montenero, e per commando del Beato Patriarca ti è detto che ci abbocchiamo in sollecitudine per parlare per molti affari, e altrimenti, che non hai fatto, ma vieni perche ci abbocchiamo a Cozelie, o dove tu dirai. E Iddio vi felliciti. 1719 di Giugno l’ottavo giorno stil Vecchio. . Noi di sottoscritti spedimo questi avvisi all’Eccellentissimo Signor Provveditore Estraordinario, e se il Signor Iddio concederà sempre prosseguiremo, quando qualche cosa potremo sentire. Danilo Vescovo di Cettigne (Provveditore Estraordinario a Cattaro f. 13). Metropolita di Schenderia. 1722, gennaio 20. Cattavo — Il Provveditore Straordinario al Senato. Sembrano estinti tutti li semi de confusioni che potevano produrre le animosità de Montenegrini contro de Turchi. Sono quelli convenuti al pagamento del Karazzo, e li passati giorni sono partiti li loro Capi verso Podgorizza con regali di panni, et altro, per ricuperare gl’ ostaggi trattenuti dal Passà, come hò humiliato.