ANNO - MDCXC. 59 dovrebbe arendersi. Li due altri, che sono Gascho e Trebigne venendo custoditi da Turchi comandati con qualche numero di Fanteria, e Cavalleria apportano non puoca apprensione alli circonvicini Popoli novi sudditi ; onde non solo per stabilire ben questi nella divotione e fedeltà, ma per assicurar 1’ acquistato Paese riuscirebbe necessario che Trebigne riconoscesse il Vassallaggio di VV. EE., et è così grande il favore del mio animo per assicurar questi confini et ampliare il Dominio di VV. EE., che con 1’ opinion accredita del Sig.r General del Borro mi son fatto lecito rassegnare il tutto all’ infallibile prudenza dell’ Ecc.m0 Signor Provveditor Generale ; scorgendo incorraggìti questi Popoli, e nuovi sudditi di Ercegovina, che con pocca recognitione s’impegnerebbero nel servitio di VV. EE. quando maneggiassero 1’ armi per assicurare questi confini, et allontanar li timori de nemici dalle loro case, All’ incontro delli Popoli eh’ habitano le Montagne verso l’Albania dalla parte, che confina colli Niksichi d’ Ercegovina, li primi sono li Piperi Brat-tonoxichi, Vastoivichi, Cuzzi, Grude, Clementi, Holli, Castratti, et Scariella, in distanza gl’ultimi da Scuttari di tre hore di Camino. Queste genti desiderano ardentemente che dalla Piazza Nemica di Podgorizza non gli resti impedita la comunicatione, et il commercio con questa parte, così necessario per il loro sostenimento et conservatione, mentre essa è causa eh’ il Bassà d'Albania s’inoltri a suo piacimento a danno de Montenegrini, con pericolo ben evidente di poter trascorrere, e devastare sino il Territorio di questa Città. Ma quello che più m’ aflige è ciò che col mezo del Vescovo di Cetigne m’ è sortito penetrare haver tra di loro secretamente stabilito li Cuzzi, che quando sino San Zorzi non si vedranno soccorsi da questa parte, di ritornarsene nuovamente all’ obedienza di Suliman, onde non tralascio ciò notificare alla publica sapienza, affine riflettendosi al disavantaggio, che questa rivolta potrebbe risentirsi, possano sollecitamente decretarsi gl’ espedienti comparsi. Le sparsa poi voce che le militie che qui s’ attrovano possino esser spedite in Levante, ha posto in grande, et incredibil aprensione questi Popoli, dubiosi che con tal staccamento di genti non resti, come ho gran dubio, che seguisca agevolata l’intentione già mal disposta degl’ Inimici ad invaderli et distrugerli, et comparsi da questa Rapresentanza i vecchiardi e principali così del Monte nero come d’ Ercegovina, sonno seco espresso che dalla publica Clemenza non saranno mai abandonati, ma asistiti nella più vigorosa maniera, che li potrà assentare da qual si voglia attentato Nemico, da che rasserenatisi, non hanno mancato di divulgare ciò per tutt’ il Paese ; il che com’ ha consolato le Genti nostre, così per quanto mi scrive il Vescovo di Cettigne ha fortemente perturbati gl’animi de Turchi, e se devo asserire all’EE. VV., non solo per questo es-sentialissimo mottivo, ma per ogn’ altro giusto riguardo si rende necessaria una valida forza a questa parte, mentre conviene oltre questa Città, Castello, Perasto, Risano, Budua, Castel Novo, armar di più Zarine posto importantissimo, com’ ho considerato, Zubci e Grahovo, onde con evidente pericolo converebbe abandonar i siti stessi, e starebbe a discretione degl’ Inimici occuparli con sommo publico detrimento. Pietro Duodo. (Provveditore Estraordinario a Cattaro, f. 5). 1690, maggio 5. Cattaro — Il Provveditore Straordinario al Senato. Iddio che conosce giusta la causa dell’Armi gloriose di Vostra Serenità, s’è compiaciuto di benedire con mano benigna i principij dell’iminente campagna donando schiavo dell’EE. VV. il famoso Zin Alì Passà d’Herzegovina, eh’in sessantadue conflitti sempre riuscì con fortuna, e che per diversi successi prosperamente occorsili s’era reso baldanzoso, et infesto non meno a discosti, eh’ à questi Confini, portando in tal guisa il giubilo al cuore di chi ha l’honor di servire 1’ Ecc.ma Senato in queste parti quando massime credeva appena di poter conservar illesi dalle di lui hostilità i sudditi.