ANNO - MDCXCH. 105 la natura rinunziando quasi intieramente i vantaggi dell’ arte le forma difesa. Ha l’acqua viva quasi dentro. È inhabitato al presente ma conserva colle mura quasi intatte la memoria del suo primo essere. Due miglia da Cettigne in avantaggio è lontano da questa Piazza, e per conseguenza molto proprio per coprire più lungo confine, e signoreggiar con più sicuro dominio anche in pace i popoli del Monte Negro. Di gran lunga superiore di conseguenze a Cettigne lo giudico, mentre questo è dominato e quello domina questo può offendere, e questo è sicuramente offeso. Che i turchi cogli stessi riflessi lo considerino lo comproba discorso già pochi giorni fatto da capi di Xabiaco, come confidente m’avisa in cui conclusero, che rifabricandosi Cettigne sarà loro facile di nuovo l’impadronirsene, ma che occupandosi Socoli vedono impossibile levare dallo stesso i Christiani. Per il pubblico risparmio poi dirò che in Cettigne devonsi prima redificar le mura, stabilir quartieri, et aggiungervi qualche opra che lo distingua da un Monastero ad un Posto che presidiano l’armi gloriose di Vostra Serenità, et inoltre alzar sino da fondamenti l’accennata torre nel sito della Pandurizza, che non devesi lasciar in abbandono nè bastano pochi piedi di scoperta mura a sostenerla, quando una piena di Nemici s’inoltri per sottometterla. In questa è necessaria una Cisterna, non potendo i soldati privi d’acqua sussistere. Si ricchiederebbe lungo tempo, che da turchi non sarebbe concesso, molto dispendio perchè molti e lunghi dovrebbero essere i travagli, la dove Socoli, mantenendosi l’antico recinto, solo il giro di pochi giorni darebbe commodo all’ erezione de’ Quartieri, e dell’ angolo per riponere le munizioni, a che tutto si supplirebbe colle tavole, chiodarie et altri pochi materiali descritti nell’ unita nota, misurata però coll’ idea, non colla presenza del loco, per cui non si ricercarà presidio più numeroso di quello era in Cettigne ; e la spesa non eccederà forse à quanto dovrebbe contribuirsi nella sola torre, nonché in tutta la fabbrica del Monastero. Quivi bisognose molte calzine, occorrerebbe fabbricar calcare poco lontane da’ lavori con iscansabile osservazione de’ Nemici, che forse impedirebbero l’effetto, all’incontro le poche per Socoli sono in poca distanza preparate. Quei popoli non sturberanno i dissegni, e sopra quanto espressi nel numero 37 fondo la confidenza, tutto che ciò non sia sufficiente all’intrapresa dovendosi attendere altre congionture per certezza maggiore dell’operare. Gli accidenti le presentano, et in particolare, quando Solimano allontanandosi da confini passa ad esigere i carazi a Terra Nova e nella superior Albania, nè s’hanno da negligere, quando non vi sia forza bastante per sostener in campagna coll’ armi alla mano gli operarj. Il tempo breve che per Soco ò servirà, non darà all’ora campo all’unione delle di lui genti, et à passar ad impedirci, come più facilmente potria far in Cettigne per le scritte considerazioni. A maggior sicurezza però molto giovarebbe spingere verso Durazzo qualche numero di velie, che potranno spedirsi dalle spiaggie della Provinzia per tener in apprensione quella lontana Parte, e chiamar colà l’intenzioni nemiche, sino che da questa si opera. Deve a tutto precedere la prontezza de’ matteriali, perchè si perdono, quando nascono, le congionture nella dilazione d’avisare, attendere le risposte e li ricapiti, li quali, quando l’Eccellentissimo Senato sopra ciò decreti, sollecitamente qui si ricercano. A travagli assisterò in persona e come confido non rissultarò infruttuoso con la pocca cognizione, che possiedo, cosi supplico la Serenità Vostra dessumere dalla volontaria oblazione di condurmi colà la gloria, che ritrovo nel motivo di servire con divoto fervore l’Augustissima Patria. Grafie. Nicolò Erizzo. (Ibid.). 1692, dicembre 29. Cattaro — Costituto di Giovanni Antonio Bolissa. Costituito d’ordine di S. E. Proveditor Estraordinario Erizzo. Il Signor I