ANNO - MDCXCII. 99 dell’ Inimico, piantò questi gli alloggiamenti in campagna, da che transpiravano fiere ostinatamente le sue risolutioni contro quel posto, per toglier a’ Montenegrini contumaci la fiducia di quel ricovero. Dovendosi però a misura delle di lui intentioni prender partito, veduta l’impossibilità di resister in campagna alla potenza maggiore, convenne prendersi altro ripiego. Ponderata, e discussa la contingenza, fu da tutte le persone graduate, eh’ erano appresso il Sig. Provveditore deliberato di ridurre tutte le forze alla diffesa del Monastero, e presidiare con genti pagate la Pandurizza, e riespedire la Cavallaria, che nella prima zuffa haveva ben adempite le parti sue nelle pianure di Gnegussi, già in Cettigne non poteva più sussistere senza manifesto perìcolo, come dalla copia, eh’ accompagno. Così eseguito, tentò il Passà nel giorno di 26, e le trinciere del Convento, e la Pandurizza medesima, ma dall’ una, e dall’ altra intrepidamente respinto, strinse con la circonval-latione il posto, avvicinandosi con le sue linee a tiro di pistola. Sopraggiontoli in rinforzo la notte il Begh di lui figliolo con altri 4000 Combattenti, altrettanto si scemava ogni momento al Sig.r Provveditore il vigore, havendolo abbandonato tutti li paesani, e nuovi, e Vecchi sudditi. La mattina di 27 postosi in battaglia rinnovò gli assalti con tre milla alla Pandurizza, presidiata dal Capitan Cesare Perego con 36 Fanti Italiani, che nella presa suddetta deliberatione furono giudicati sufficienti. Combatterono questi con tanto ardore, che non prima sortì all’ Inimico di superarla, che non cadessero tutti li diffensori generosamente sacrificati, uno solo sopravvissuto, e fatto prigione; portando però seco la gloria d’haver vendicata la perdita con la morte di circa 300 Turchi, periti sotto il maneggio incessante del Moschetto, granate, bombe gettate a mano, fuochi artificiati, e tutto quel più, che nell’ arduo cimento potè suggerire la necessità, la costanza, et il valore. Concorsero a promuovere anco questo vantaggio a’ Nemici gli Aiducchi, da quali abbandonati li Grebbani collocati fra la Pandurizza, et il Monastero, et occupati da Turchi, restò intercetta la diffesa, che scambievolmente comunicavasi dall’uno all’altro posto. Frà questi termini non restava, eh’ il solo Monasterio, all’assalto di cui accintosi il Passà con tutto lo sforzo, fece ad ogni modo precedere una lettera, eh’ unisco in copia, la chiamata alla resa. Consultato l’invito, bilanciato 1’ essere presente, e le future contingenze, concorsero i diffensori nell’opinione espressa nel foglio, che sarà ingionto, di ceder alla necessità prima di vedersi a peggior constitutione, correndo massime voce della mossa et incamminamento del Cannone, se però fossero loro accordate honorevoli capitolationi maneggiate e concluse nel tenore, che palesa l’ingionta copia, sortirono militarmente li difensori, restand’ il giorno stesso di 27 abbandonato il posto a conditione d’essere demolito. Ma restò pure contaminata in parte la felicità del Nemico, poiché la mattina succedente, * che fu de 18, nel punto medesimo, che il Passà rivedeva il posto, s’ accese fuoco in una mina sott’ una parte del Monasterio con sì mirabil’ effetto, che restorono oppressi dalle rovine nell’ in gran parte atterrato Convento, sopra 300 Turchi de più accreditati Officiali, e de più intimi confidenti del Passà, che pure fu ferito in una spalla, et in un piede, come lo dechiara precisamente 1' annesso constituto del soldato rimasto prigioniero, e posto in libertà col vigore delle Capitolationi. Deve confessarsi, che Morlacchi, o dominati dal timore, o dalla solita inconstanza, d’adherir al più potente, e d’unirsi al favore della fortuna, habbino aperti i primi passi, eh’ hanno facilitato 1 effetto all intentioni del Passà. Ben vede la S. V., che in un’ aggressione così gagliarda, la più valida oppositione versava nel conservare li vantaggi de siti. Conosciuta la loro importanza, da me sono sempre state dirette l’insinuationi, e dall’ Ul.mo Provveditore le dispositioni a coglierne il beneffitio, ma caduti in custodia a pochi huomini, n hanno senza ripulsa, anzi senza contrasto lasciata libera 1’occupatione al Nemico. Le poche militie, et il Comandante hanno supplito oltre il potere al proprio debito, anzi io crederei, eh’ un trasporto di zelo, et un eccesso di coraggioso ardore, inducesse a prefigurarsi nella prima deliberatione di 25 sostentabile il posto, che sul fatto poi, e nel solo intermedio di due giorni non corrispose alla generosità dell’opinione, convenutosi abbandonar alli 27, logorate in gran parte dalle pioggie le Trinciere di sola terra, e preclusa l’in-trodutione a soccorsi, che quantunque si fossero potuti spremere dalle languidezze di queste Pro-